The Blind Side
Michael Oher È un giovane senza tetto afro-americano che viene accolto in casa dai Touhys, una benestante famiglia bianca. La presenza di Oher nella casa dei Touhys li aiuta a scoprire se stessi. Vivendo in un nuovo ambiente, al giovane si presentano nuove sfide da superare. Giocatore di football e studente, Oher lavora sodo e con l'aiuto del suo allenatore e della sua famiglia adottiva, diventa il tackle sinistro dell'attacco dell'All-American.
di Andrea D'Addio
Per girare "The Blind Side" Sandra Bullock si È accontentata della metÀ del suo solito cachet, cinque milioni di dollari, anzichÉ dieci. La ragione È sotto gli occhi di tutti ovvero la conseguente candidatura agli Oscar come migliore attrice protagonista. Il
ruolo da lei interpretato È, infatti, uno di quelli che si stagliano
nella mente di qualsiasi spettatore, a prescindere dal fatto che il
film piaccia o meno. Era facile prevederlo leggendo giÀ la sceneggiatura. A questo punto È obbligatorio scrivere qualche riga di trama.
Michael Oher È un giovane ragazzo di colore abbandonato dai
genitori. La mamma È tossicodipendente, il papÀ È scomparso da tempo.
Nessuno lo hai mai aiutato, se non un ex vicino di casa che È riuscito
a farlo ammettere in una prestigiosa scuola privata, senza perÒ poi
preoccuparsi di mantenerlo o offrirgli un posto dove dormire. Nel suo
nuovo college, Michael conosce la ricca mamma (la Bullock)
di una compagna di classe che, non appena viene a sapere le condizioni
di vita del ragazzo, decide di ospitarlo in casa propria. Lei lo
ascolta, lo sprona, gli offre quell'affetto che nessuno gli aveva mai
dato e, grazie anche al resto della famiglia, Michael diventa un asso
anche nello sport. Con il suo fisico, 190 cm per 140 kg, giocare bene a
football È obbligatorio.
Il "The Blind Side"
del titolo, ovvero il lato cieco a cui ci si riferisce, È quell'angolo
di visuale che il quarterback di una squadra di football non puÒ vedere
mentre gli avversari cercano di placcarlo. Nel film scritto e diretto
da John Lee Hancock ("Alamo - Gli ultimi eroi"), tratto dal libro omonimo di Michael Lewis, la metafora sportiva serve per descrivere il carattere iper-protettivo del protagonista. Un pretesto piuttosto banale, ma che almeno dÀ un minimo di spessore drammaturgico ad una perfetta storia da American Dream: non È importante da dove parti, se ti impegni al massimo, avrai successo. Quella di Michael Oher È infatti una storia vera: parliamo di una delle stelle del football americano contemporaneo. Come se noi facessimo un film su Antonio Cassano e sulla sua difficoltÀ di venire fuori da Bari vecchia. Non c'È nulla di male, anzi, potrebbe essere interessante. Il film di Hancock È un buon lavoro, tanto convenzionale quanto comunque fluido e dalla morale positiva e comprensibile.
CiÒ che infastidisce È purtroppo il suo insistere nell'essere una
pellicola "repubblicana". In una nazione in cui "democratico" e "conservatore" sembrano essere le due uniche possibilitÀ per
identificarsi da un punto di vista politico, in "The Blind Side"
ci sono cosÌ tanti richiami alla religiositÀ della famiglia
protagonista esplicitamente correlati con il fatto che i genitori della
stessa votino per McCain, Palin, Bush and Co, che non si
capisce bene dove inizi la voglia di raccontare una storia vera e dove
quella di fare un manifesto politico utilizzando una biografia.
I bianchi ricchi possono essere buoni, fare beneficienza e addirittura
prendersi un nero in casa. Certo, È un nero con un talento particolare
e ha un cuore grosso come una casa, ma bisogna pure iniziare da qualche
parte. C'È un sottile razzismo in tutto ciÒ, qualcosa che il fatto che
si parli di una storia vera non giustifica del tutto.
La Bullock, imbruttita da un tinto biondo che mette i brividi giÀ dopo
pochi fotogrammi, riesce a dare la giusta grinta ad un ruolo che
piacerebbe a qualsiasi attrice. Dentro c'È determinazione, praticitÀ,
amore, senso della famiglia, donazione di affetto senza tornaconto.