Sils Maria

Sils Maria

Maria Enders, attrice all’apice della sua carriera internazionale, viene invitata a partecipare al revival del dramma che l’ha resa famosa vent’anni prima. Allora Maria aveva interpretato il personaggio di Sigrid, una giovane e seducente ragazza che finisce per spingere la vecchia Helena al suicidio, mentre adesso le viene chiesto di impersonare Helena. Maria, che trascorre la maggior parte del suo tempo con l’assistente personale nonché unica amica Valentine, è presto costretta a confrontarsi con Jo-Ann, una giovane divetta di Hollywood con un debole per gli scandali scelta per la parte di Sigrid e simbolo di una inquietante gioventù.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Clouds of Sils Maria
GENERE
NAZIONE
Francia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
GOOD FILMS
DURATA
124 min.
USCITA CINEMA
06/11/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Mattia Pasquini

Le cronache raccontano sia stata la stessa Juliette Binoche a proporre a Olivier Assayas l'idea alla base di questo Sils Maria; naturale che il regista francese non abbia potuto esimersi dal ricambiare la 'cortesia' con uno script e una direzione particolarmente centripete. Al centro, ovviamente, la presenza e l'interpretazione dell'attrice Premio Oscar nel 1997 (Il paziente inglese), da lui diretta gia' in Ore d'estate (2008).

Un personaggio molto sentito, sicuramente, e un problema vicino all'essere 'personale' che trovano espressione nel racconto dell'attrice dal grande passato costretta a confrontarsi con la propria eta' e con la nuova percezione che il mondo ha di lei, ma soprattutto con la concorrenza e l'impietoso scorrere del tempo che la relegano a ruoli lontani da quelli desiderati e ad una consapevolezza sgradevole. Un isolamento artistico ed esistenziale forzato, in qualche maniera, che ha la sua rappresentazione nella seconda parte - chiave - del racconto, quando ci si sposta sulle Alpi Retiche occidentali. Eppure nella storia della fragilita' e dell'incostanza della sua Maria Enders la splendida Juliette non e' sola.

Specchio e nemesi di questa 'Eva' sono due giovani attrici dalla storia molto diversa: Kristen Stewart (Valentine, l'assistente e ufficio stampa della Enders) e Chloe Grace Moretz (la nuova promessa del grande schermo Jo-Anne Ellis). Per quanto scelta in sostituzione di Mia Wasikowska, inzialmente ingaggiata dalla produzione, l'ex Bella di Twilight si conferma infatti ancora una volta - dopo lo Still Alice visto a Toronto e atteso a Roma - capace di prove molto diverse tra loro e caratterizzazioni comunicative, mentre la ragazza prodigio di Blood Story e Kick Ass continua a non convincere, soprattutto nella scelta dei suoi ruoli.

Non a caso e' la parte centrale quella piu' solida, piu' ricca di tensione e ambiguita', reali e non evidenziate in maniera didascalica da giochi di ruolo e meta-teatralita' varie… Quella in cui i duetti tra Stewart e Binoche rendono percepibile il profondo sommerso dell'interprete dietro (o dentro) il personaggio. Ed e' proprio la piu' giovane delle due a sostenere a lungo il film, 'tirando la volata' a una Juliette Binoche in gran forma, ma che emerge alla distanza, dopo aver fatto sorgere piu' di un dubbio sulla volontarieta' o meno di certe rigidita' e forzature dell'interpretazione resa.

Ammiccamenti all'ambiente cinematografico (sia nella rappresentazione dei vari profili, ben noti ai protagonisti, sia nelle frecciatine alla stampa, italiana e spagnola soprattutto, non francese), velato sarcasmo (la Moretz versione 'Marvel' in 3d che parla di Scarlett Witch) e riferimenti reali (a Harrison Ford, per esempio) fanno parte di un contorno piu' coloristico che contestuale. Piu' interessante il gioco con la fisicita' e la sessualita' delle due attrici, di volta in volta 'nascoste' ed 'esibite', e il costante ruotare intorno alla falsita' - dovuta e temuta - connaturata al mondo di cui si parla. Una onesta' che a tratti sembra mancare anche sullo schermo, per eccessi di drammatizzazione e di montaggio, ma che riemerge mano mano che il confronto diventa piu' personale, almeno fino al colpo di scena del passo del Maloja.