Senza nessuna pietÀ

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A Mimmo piace molto di piÙ costruire che rompere ossa. Vorrebbe fare solo il muratore, ma gli tocca anche fare recupero crediti tra i palazzoni dei quartieri alla periferia di Roma. Lavora per suo zio, il signor Santili, che ama e rispetta come un padre. Non sopporta invece Manuel Santili, suo cugino, viziato e arrogante. E l’avversione È reciproca. Il Roscio, che sarebbe il suo migliore amico se fosse davvero amico di qualcuno, e la mezza dozzina di dipendenti della ditta completano la famiglia. È un mondo con regole e gerarchie chiare, dove chi non sbaglia ha la pagnotta assicurata e qualche extra. Giusto o sbagliato, È l’unico mondo che Mimmo abbia mai conosciuto.Tutto cambia quando nella sua vita irrompe Tanya. È bellissima, giovane e ha capito da un pezzo che nella vita deve arrangiarsi da sola. Sa che gli uomini sono pronti a spendere per averla e ne approfitta. Costretti da un imprevisto a passare una notte e un giorno insieme, Mimmo e Tanya si ritroveranno uniti dal bisogno di sentirsi amati e dalla voglia di fuggire a un destino giÀ segnato.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Senza nessuna pietÀ
GENERE
1
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Bim
DURATA
92 min.
USCITA CINEMA
11/09/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
Dopo soli due corti - tra cui Il torneo, Nastro d'Argento nel 2008 - ma un discreto numero di apparizioni al cinema (Benvenuto Presidente!) e in televisione (Camera CafÉ), Michele Alhaique esordisce alla regia di un lungometraggio, ed e' uno degli esordi piu' interessanti degli ultimi anni. Probabilmente non il migliore, e nemmeno il piu' originale, ma il suo Senza nessuna pietÀ, presentato alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e al Festival di Toronto, resta un noir duro e vero come non capita spesso di vedere.

Tra i meriti indiscussi del film c'e' sicuramente un cast ben scelto e ben diretto, ma soprattutto ben orchestrato nel quale troviamo una serie di volti noti al grande pubblico, spesso utilizzati in maniera completamente differente. Ma piu' che il Ninetto Davoli nei panni del piccolo boss di una organizzazione criminale a gestione familliare, e senza sminuire il lavoro egregio fatto da Claudio GioÈ e Adriano Giannini, a dominare su tutti e' sicuramente un colossale Pierfrancesco Favino nei panni del protagonista Mimmo.

Innocente e letale (come vediamo nelle foto del film), emblematica rappresentazione di una retorica del genuino e del semplice fin troppo evidente nel procedere dell'azione, che ha forse il difetto di non riuscire a gestire in maniera costante e bilanciata le tante tracce emotive offerte al pubblico per empatizzare con personaggi costretti a una spirale di violenza e sottomissione che spesso sembrano accettare come naturale ed ineluttabile.

Ma accanto a questo gigante c'e' la 'bambina' Tanya (una Greta Scarano decisamente convincente), la escort che da' l'innesco al dramma e che ci regala una delle chiavi del film con il racconto della balena spiaggiata, uccisa dal proprio peso (di antiche colpe, in questo caso?). Una dinamica e dei personaggi che abbiamo gia' visto, ma che uniti a una lucidita' espositiva e a una nitidezza di fotografia che non ci si aspetterebbe da un esordiente (categoria spesso in opposizione con il concetto di essenzialita') e che motivano il giudizio nettamente positivo sulla nuova veste del romano Alhaique.

di Mattia Pasquini