Precious
Nella Harlem povera e disagiata degli anni ottanta, vive l'adolescente Precious, obesa e semianalfabeta. Violentata dal padre e rimasta incinta, da alla luce un bambino con la sindrome di Down, se non bastasse deve sopportare le quotidiani umiliazioni da parte della madre. Quando la scuola scopre che Precious è nuovamente incinta, sempre a causa delle violenze del padre, la caccia. Grazie all'interessamento della direttrice, la ragazza viene mandata in un istituto per ragazzi con problemi sociali. Li inizia pian piano a recuperare la fiducia in stessa, imparando a leggere e scrivere, con l'aiuto di un'insegnante e di una assistente sociale, Precious inizia un percorso verso una vita normale e dignitosa.
Ci sono alcuni lungometraggi, non moltissimi, in cui sono gli attori a
fare la differenza. Sono loro che impreziosiscono una sceneggiatura ben
organizzata ma non originalissima, una regia funzionale ma non
esplosiva, e fanno diventare un film discreto un qualcosa che invece
verrà ricordato. Questo è il caso di “Precious”, dramma familiare che all'inizio di quest'anno è stato protagonista agli Oscar e che finalmente arriva nelle nostre sale distribuito da Fandango. L'intelligenza della regia di Lee Daniels, alla sua opera seconda, è quella di lasciare tutto lo spazio necessario alle due protagoniste, Gabourey Sidibe e Mo'Nique. Dal canto loro, le due attrici regalano al pubblico una prova maiuscola, di una durezza a tratti quasi insostenibile.
Ci voleva davvero una verità non comune per rendere credibili due
personaggi talmente borderline da sfiorare i limiti della credibilità:
le due donne ci riescono con pienezza e dolore, restituendo tutto il
dramma umano raccontato dagli eventi.
Se l'Academy ha giustamente premiato Mo'Nique come attrice non
protagonista, avrebbe dovuto mostrare un po' più di coraggio e regalare
la statuetta anche a Gabourey Sidibe, al posto della più didascalica Sandra Bullock di “The Blind Side”.
Un premio che invece “Precious” non meritava è quello andato a Geoffrey
Fletcher per l'adattamento del romanzo di Sapphire: non che la
sceneggiatura del film sia sconclusionata, al contrario. Lo script però si limita a raccontare senza particolari guizzi o invenzioni narrative una storia che ha il sapore del già visto.
Melodramma che non lascia alcuno spazio alla speranza, neppure quando
sceglie di mettere in scena i “sogni infranti” della sedicenne
protagonista, “Precious” è un film tanto difficile da affrontare quanto emozionante.
Non ci troviamo sicuramente di fronte a cinema di facile fruizione, ma
vale comunque la pena vedere questo lungometraggio soprattutto per le
prestazioni memorabili delle due attrici principali, a cui si affianca
un cast di contorno che partecipa con grande adesione ai ruoli (i più attenti riconosceranno anche due star della musica come Mariah Carey e Lenny Kravitz).