Peter Rabbit

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Peter Rabbit, l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente commedia di ambientazione contemporanea. Nel live action, in Italia in uscita il 22 Marzo 2018, l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor si intensifica più che mai, quando arrivano a contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Peter Rabbit
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
93 min.
USCITA CINEMA
22/03/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Mattia Pasquini
 
Libri, ma anche cortometraggi e serie tv, la storia di Beatrix Potter e del suo Peter Coniglio (apparso per la prima volta nel 1902) sono state già raccontate per il grande schermo, ma hanno radici antiche: una fortuna e una responsabilità per Will Gluck, regista della versione cinematografica delle avventure del piccolo mammifero e della sua allegra famigliola allargata. Un Peter Rabbit 2.0 sicuramente in grado di intercettare un nuovo pubblico, senza troppo deludere quello più adulto.
 
Bene prepararsi a un film 'per bambini', ma attenzione a sottovalutarlo o a ridurre questa definizione a un'ambito troppo limitato e datato. Certo lo sviluppo narrativo e le caratterizzazioni dei personaggi principali - umani e animali - non si discostano molto dalle dinamiche standard del genere, evidenti già dalla loro entrata in scena, ma sin dalla prima scena le indicazioni stilistiche appaiono ben chiare, offrendo un crescendo divertente e qualche sorpresa gradevole.
 
Non è una fattoria degli animali, quanto piuttosto una 'Gang del bosco' più familiare e disfunzionale insieme. Tutto sommato in linea con la carriera del regista, che nell'ultimo decennio ha inanellato comedy come Fired Up! - Ragazzi pon pon (2009), Easy Girl (2010), Amici di letto (2011) o Annie - La felicità è contagiosa (2014). Prodotti più o meno riusciti, ma onesti e con dei picchi imprevisti nel generalizzato rispetto dei canoni.
 
Come accennato, i quattro passeri canterini dell'incipit fanno da coro all'intera vicenda, accompagnandone l'evoluzione (anche musicale, con un riuscito passaggio rap che il pubblico moderno della Potter potrebbe apprezzare), ma sono solo alcuni degli elementi di contorno capaci di ritagliarsi meritatamente un proprio spazio. I nostri preferiti? L'alce foto-fobico e il gallo in crisi esistenziale e di paternità. Ma nella ineludibile 'Road to Happy End' c'è spazio anche per un piccolo omaggio alla tradizione e le immancabili parentesi pedagogiche, a rivalutare la vita bucolica, una certa etica lavorativa e soprattutto la necessità di sane abitudini alimentari… che i bimbi, si sa, sono sempre gli stessi.