Peppermint - L'angelo della vendetta

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Riley North, una moglie felice ed una madre modello, assiste impotente all’omicidio del marito e della figlia per mano di alcuni narcotrafficanti. Gli autori del brutale omicidio vengono catturati ma durante il processo, nonostante la sua testimonianza, le accuse vengono fatte cadere e gli assassini liberati grazie all’intervento di un giudice corrotto e di avvocati e poliziotti collusi.  Quando Riley decide di vendicarsi, il suo obiettivo non saranno soltanto i carnefici della sua famiglia ma tutto il sistema, dalla giustizia americana ai potenti cartelli della droga.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Peppermint
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Lucky Red
DURATA
101 min.
USCITA CINEMA
21/03/2019
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Mattia Pasquini
 
C'è una nuova sposa in città …e guarda caso la città è la stessa. Scherzi - e riferimenti - a parte, è inevitabile notare quanto il Peppermint - L'angelo della vendetta di Pierre Morel ci proponga un modello già molto visto. Nel bene o nel male. Un modello che però non sempre ha dimostrato di funzionare e che anche in questo caso fa temere per il peggio a più riprese.
 
Sin dall'inizio, quando riaffiorano i fantasmi dell'anti-cult Elektra interpretato da Jennifer Garner nel 2005. E quando ci viene presentata una presunta super eroina quarantenne non particolarmente tonica (almeno non da giustificare il ruolo in la si si vorrebbe), ma soprattutto incomprensibilmente iper addestrata. In questo senso, il problema della coerenza rimane una ferita aperta.
 
Poco del film sembra posare su basi convincenti a livello narrativo. E per quanto il film proceda comunque, e non sembri richiederlo imprescindibilmente, di certo si notano una serie di leggerezze a livello di sceneggiatura che spingono avanti l'azione costringendo lo spettatore a grossi sforzi di sospensione dell'incredulità.
 
Non ci si allontana dalle direttrici del revenge movie più classico, stante la variazione 'al femminile' - e incluse le motivazioni affettive, sociali e morali - del giustiziere. Probabilmente qualcosa che il regista voleva aggiungere al suo curriculum, dopo i vari Banlieue 13 (2004), Io vi troverò (2008), From Paris with Love (2010) e The Gunman (2015).
 
C'è un po' tutto, e tutto va bene. Si arriva al termine del viaggio senza annoiarsi e senza grosse cadute - a parte l'evitabilissimo momento surreal-materno - grazie anche a un paio supposti colpi di scena (siamo sempre nello standard, a parte forse un caso). Ma soprattutto a un paio di sequenze persino emozionanti, nelle quali Morel trova delle soluzioni molto efficaci nella messa in scena di una violenza tanto dura quanto 'pulita'.