Non c'è 2 senza te
Moreno e Alfonso stanno insieme da anni e convivono felicemente. La loro vita scorre allegra e senza pensieri sotto gli occhi della sig.ra Capasso, la vicina di casa un po’ acida e molto curiosa. Ma la routine quotidiana viene improvvisamente stravolta dall’arrivo di Niccolò, nipote di Alfonso. Inizia così una difficile convivenza a tre, complicata dal fatto che i due si fingono etero davanti al bambino e Moreno si invaghisce della bellissima Laura...
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Non c'è 2 senza te
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
M2 Pictures
DURATA
95 min.
USCITA CINEMA
05/02/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
di Mattia Pasquini
Difficile sfuggire - se mai lo si fosse desiderato - alla definizione di 'Nuovo film con Belen', vista la (onni)presenza della showgirl argentina da sempre regina delle nostre cronache piu' patinate. Ovviamente Non c’È 2 senza te di Massimo Cappelli ci gioca molto su, anche spaziando ulteriormente. Il regista e sceneggiatore, infatti, richiama Fabio Troiano (gia' diretto nel suo film precedente, Il giorno + bello e qui anche co-sceneggiatore) per affidargli le chiavi di una storia leggera e simpatica, ma nella quale sono numerosi i motivi di perplessita'.
Un gioco delle coppie nel quale gli stereotipi (e il product placement) la fanno da padroni, come spesso capita nella commedia italiana contemporanea, ma la sensibilita' e la capacita' per metterli in scena riuscendo a non farsene condizionare e' - a quanto pare - sempre piu' prerogativa di pochi. Siamo quasi alle maschere di una moderna commedia dell'arte, almeno per quel che riguarda la tipizzazione di alcune macchiette, qui relative principalmente all'universo omosessuale: dalla drag queen, baffuta ed eccessiva, alla coppia gay, effemminata e stilosa, ai tanti etero con qualche dubbio (o curiosita') da affrontare a spese della povera moglie di turno.
Un mondo, spesso e comunque, ancora da tenere nascosto. Nella visione degli sceneggiatori, o magari nella nostra societa' e nella finzione scenica, per la quale questo elemento e' necessario per scatenare l'inevitabile ridda di equivoci e situazioni imbarazzanti alle quali affidare lo sviluppo di una storia che altrimenti avrebbe dovuto contare troppo - paradossalmente - sulla bellezza muliebre e la sua forza per procedere verso una conclusione.
Ad ogni modo c'e' sempre Belen al centro delle gelosie e delle tentazioni, rispettivamente, di Dino Abbrescia e Fabio Troiano, veri protagonisti del ballo. Una Belen Rodriguez sempre piu' compresa del suo nuovo (?) ruolo di attrice, ma che - per quanto apprezzabile in Se sei cosÌ, ti dico sÌ di Eugenio Cappuccio, grazie anche a una costruzione intelligente del ruolo e alla presenza di Emilio Solfrizzi al suo fianco - forse dovrebbe ricordare i suoi trascorsi 'in Sudafrica' e tra i 'Gladiatori' prima di snocciolare sentenze su colleghe e sulla recitazione di Tom Cruise.
Ma si sa, come detto, gli stereotipi sono un'arma a doppio taglio. Anche per il duo Abbrescia-Troiano. Sono loro i gay al centro di una crisi eccessivamente 'normale' che sembra aver bisogno di certe 'coloriture' (e forse di esser molto 'tranquillizzante', anche negli stereotipi) per portare pubblico al cinema. In tanto helzapoppin a emergere e' guarda caso la 'vicina di casa' Tosca D'Aquino, per una volta l'elemento piu' equilibrato di questa quadriglia torinese, per lo meno fino a che non cede anche lei alla tentazione della macchietta, della napoletana sguaiata.
Difficile sfuggire - se mai lo si fosse desiderato - alla definizione di 'Nuovo film con Belen', vista la (onni)presenza della showgirl argentina da sempre regina delle nostre cronache piu' patinate. Ovviamente Non c’È 2 senza te di Massimo Cappelli ci gioca molto su, anche spaziando ulteriormente. Il regista e sceneggiatore, infatti, richiama Fabio Troiano (gia' diretto nel suo film precedente, Il giorno + bello e qui anche co-sceneggiatore) per affidargli le chiavi di una storia leggera e simpatica, ma nella quale sono numerosi i motivi di perplessita'.
Un gioco delle coppie nel quale gli stereotipi (e il product placement) la fanno da padroni, come spesso capita nella commedia italiana contemporanea, ma la sensibilita' e la capacita' per metterli in scena riuscendo a non farsene condizionare e' - a quanto pare - sempre piu' prerogativa di pochi. Siamo quasi alle maschere di una moderna commedia dell'arte, almeno per quel che riguarda la tipizzazione di alcune macchiette, qui relative principalmente all'universo omosessuale: dalla drag queen, baffuta ed eccessiva, alla coppia gay, effemminata e stilosa, ai tanti etero con qualche dubbio (o curiosita') da affrontare a spese della povera moglie di turno.
Un mondo, spesso e comunque, ancora da tenere nascosto. Nella visione degli sceneggiatori, o magari nella nostra societa' e nella finzione scenica, per la quale questo elemento e' necessario per scatenare l'inevitabile ridda di equivoci e situazioni imbarazzanti alle quali affidare lo sviluppo di una storia che altrimenti avrebbe dovuto contare troppo - paradossalmente - sulla bellezza muliebre e la sua forza per procedere verso una conclusione.
Ad ogni modo c'e' sempre Belen al centro delle gelosie e delle tentazioni, rispettivamente, di Dino Abbrescia e Fabio Troiano, veri protagonisti del ballo. Una Belen Rodriguez sempre piu' compresa del suo nuovo (?) ruolo di attrice, ma che - per quanto apprezzabile in Se sei cosÌ, ti dico sÌ di Eugenio Cappuccio, grazie anche a una costruzione intelligente del ruolo e alla presenza di Emilio Solfrizzi al suo fianco - forse dovrebbe ricordare i suoi trascorsi 'in Sudafrica' e tra i 'Gladiatori' prima di snocciolare sentenze su colleghe e sulla recitazione di Tom Cruise.
Ma si sa, come detto, gli stereotipi sono un'arma a doppio taglio. Anche per il duo Abbrescia-Troiano. Sono loro i gay al centro di una crisi eccessivamente 'normale' che sembra aver bisogno di certe 'coloriture' (e forse di esser molto 'tranquillizzante', anche negli stereotipi) per portare pubblico al cinema. In tanto helzapoppin a emergere e' guarda caso la 'vicina di casa' Tosca D'Aquino, per una volta l'elemento piu' equilibrato di questa quadriglia torinese, per lo meno fino a che non cede anche lei alla tentazione della macchietta, della napoletana sguaiata.