Napoli velata

Napoli Velata

Un incontro. Un delitto. Una città piena di segreti. Napoli Velata, il nuovo film di Ferzan Ozpetek, è un thriller psicologico ad alto tasso di sensualità. In una Napoli sospesa tra magia e mistero, ragione e follia, la vita di Adriana (Giovanna Mezzogiorno) viene sconvolta da una passione travolgente e da un delitto violento. L’incontro con Andrea (Alessandro Borghi) risveglierà infatti sensi, trasgressione e ombre difficili da cancellare.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Napoli velata
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
113 min.
USCITA CINEMA
28/12/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Alessia Laudati
 
Prima domanda: perché un regista affermato come Ferzan Ozpetek ormai riconosciuto come capacissimo di dipingere drammi a tinte forti e storie tragicomiche e corali sceglie di realizzare un thriller erotico con sfumature psicologiche per il suo ultimo lavoro al cinema? Risposta banale: per osare, per misurarsi con l’ambiguità di una città, Napoli, che combina una spinta alla modernità e al profano con una tradizione salda, una sacralità liquida che si esprime nel teatro, nell’amore per l’arte, nella plasticità della vita di tutti i giorni.
 
Eppure questo tentativo del regista turco di creare un film con un’atmosfera conturbante, sia dal punto di vista delle emozioni dei protagonisti, sia dal punto di vista del rapporto con una città fatta di tante anime diverse e che sfugge a una definizione univoca, è un tentativo energico riuscito solo a metà. C’è qualcosa nelle atmosfere piene di pathos di Napoli Velata e nelle storie dei tanti suoi personaggi – i teatranti sono colorati, estrosi, appassionati,  - a essere ‘troppo’. Se il mistero nasce di solito dalla sottrazione invece che dall’esplicitazione, come ben spiega il ‘velata’ del titolo, un chiaro richiamo a tutto ciò che attrae e terrorizza perché non si possiede mai veramente, il film perde di vista un po’ di quella sottrazione necessaria a creare della sana inquietudine. La sua 'passione', pulsa, ed è viscerale, ma poi malamente si combina con malesseri più striscianti. 
 
Così la storia dell’ossessione di Adriana (Mezzogiorno) per Andrea (Borghi), anche se ben sorretta dal talento dell’attrice e dal feeling con il personaggio di Andrea/Luca, coinvolge e si sviscera, ma è un turbamento che non si mai insinua sottile, strisciante, ambiguo. Piuttosto entra con grandi semplificazioni nell’animo di chi guarda. Ed è un problema per un film che vuole essere - anche - brivido di atmosfere. Consideriamo ammirevole la bellezza barocca di questo film, ma forse qui ci sono troppe cose da sottrarre alla storia principale. Per questo la scena di sesso dell’inizio – difficilissima ed esplicita – è un po’ una metafora di tutto il film. Un agonismo sessuale e registico di cui si intravede troppo lo sforzo e l’impegno profusi per realizzarlo, ma che ha poca capacità di toccare leggero le corde sottili dell’erotismo e del mistero.