Maria Maddalena

Maria Maddalena

Un ritratto autentico e umano di una delle più enigmatiche e incomprese figure spirituali della storia. Il film biblico racconta la storia di Maria Maddalena (Rooney Mara), una giovane donna in cerca di una nuova vita. Forzata dalla società gerarchica del suo tempo, Maria sfida la sua famiglia per unirsi ad un nuovo movimento sociale guidato dal carismatico Gesù di Nazareth (Joaquin Phoenix). Trova presto un posto per sé nel movimento e nel cuore di un viaggio che la porterà a Gerusalemme.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Mary Magdalene
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
120 min.
USCITA CINEMA
15/03/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Mattia Pasquini
 
Chi era Maria Maddalena, la donna che per prima fu testimone della Resurrezione? A lungo la chiesa e la vulgata popolare l'ha ridotta al rango di prostituta peccatrice redenta dall'amore per Gesù, salvo poi - solo nel 2016! - elevarla a quello di "Apostola degli apostoli". E la preoccupazione principale del film omonimo di Garth Davis (Lion – La strada verso casa) sembra essere proprio quella di una riabilitazione dell'immagine tanto discriminata interpretata sullo schermo da una illuminata Rooney Mara.
 
Il problema è semmai che tanta estasi non sembra giustificata, né dalla capacità di penetrazione del Cristo di Joaquin Phoenix - soffocato dal fascino indiscutibile dell'attore, più forte della maschera indossata - né dalla caratterizzazione data del personaggio. Una donna con un dono, moderna e sulla via dell'emancipazione più che del Paradiso. Costretta a viaggiare da sola, anche in mezzo a degli apostoli fin troppo bellicosi (il Pietro di Chiwetel Ejiofor è forse tra le cose migliori), sprovveduti o creduloni.
 
Ma il racconto procede a prescindere da lei e dalle scelte narrative, fidando sulla conoscenza universale della vicenda e su una cura della confezione che finisce per stonare con il contesto in cui ci si muove, popolato di contadini vestiti di lino immacolato. Una patinatura che rischia di far scadere in secondo piano le pur interessanti scelte esegetiche.
 
L'unico vero colpo di scena - tolta l'intenzione agiografica già sottolineate - è quello finale, nell'insegnamento che siamo noi i semi promessi, quelli il cui cambiamento saprà trasformare il mondo in cui viviamo nel tanto agognato Regno di Dio. Una lezione che ancora oggi non sembra esser stata recepita, e che difficilmente un prodotto tanto mal direzionato potrà diffondere.
 
Un film che sembra puntare più sulla generale celebrazione del femminile, tanto in voga recentemente, che sulla rivisitazione artistica di storie o leggende. E che si fa in quattro per tenere le sue stelle al centro della scena, ammantandole di simbolismi piuttosto superficiali (come quelli legati al Lago, che aprono e chiudono uno percorso circolare), ma trascurando di fare lo stesso con uno sviluppo sconnesso e distante.