La moglie del cuoco

La moglie del cuoco

MarithÉ lavora in un istituto di formazione per adulti. LÌ, aiuta le persone. CosÌ conosce Carole, moglie di un famoso chef in crisi e con complessi dovuti anche al fatto di vivere all'ombra della fama del marito. Cerca di aiutarla. Accade cosÌ che Carole decida di lasciare il marito. MarithÉ subisce perÒ il fascino del cuoco.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
On a failli etre amies
GENERE
NAZIONE
Francia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Teodora Film
DURATA
91 min.
USCITA CINEMA
16/10/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
Una coppia benestante, una donna insoddisfatta, un marito concentrato sulla propria eccellenza professionale, un pizzico di ambiguita' relazionale (tanto amicale, quanto sessuale) e un contorno gastronomico… se poi la produzione di un film cosi' furbo e ben costruito e' persino francese, il successo e i titoli (per non parlare di certa aggettivazione) sono assicurati per La moglie del cuoco.

E' questa la inevitabile sorte del film di Anne Le Ny (attrice, qui al poker da regista) con Karin Viard e Emmanuelle Devos (entrambe pregevoli). Sono loro i fuochi di una ellisse non troppo regolare, un film che in sostanza non mantiene tutte le promesse lasciate intuire nella prima parte dello svolgimento. Nel quale via via vediamo accumularsi temi sociali (con il recupero di lavoratori lasciati a spasso dalla crisi e la possibilita' di reinventarsi per figure non specializzate o troppo anziane per essere 'interessanti') e topoi classici di questo tipo di cinema (la borghese dalle ambizioni confuse in fuga dal lusso ma solo a parole), mentre in scena appare un triangolo troppo sbilanciato per essere vero.

Almeno nel suo formarsi. Tra Marithé, Carole e Sam e' infatti il cuoco del titolo la parte sicuramente meno dinamica, narrativamente. Anche se forse - a posteriori - il taglio scelto per la parte culinaria e' tale da inserire a buon diritto il film in questa specifica e ambita categoria, e con una costruzione decisamente migliore di altri recenti scimmiottamenti statunitensi e una coerenza a livello sensoriale e sensuale spesso trascurata dal genere.

Per il resto, e' proprio il rapporto tra le due donne quello a deludere di piu' a lungo andare. Tra paralleli e confronti, le due si scontrano e si usano, sfruttando convenzioni e convenienze, forzando a ripetizione la lettura dello spettatore e illudendolo con slanci quasi erotici o possibilita' di intrighi e scorrettezze. Alla fine, invece, si resta su un piano di banalissimo egoismo e dominati dall'insoddisfazione, con buona pace delle tante speranze di vedere i due "brutti anatroccoli" diventare cigni. Anche neri, magari.

Le backstories - sia la vena comica delle 'vecchie' cameriere sia l'accenno al rapporto materno col figlio ormai cresciuto - risultano particolarmente superflue in questo senso, quasi stonate in una commedia sentimentale che finisce con il restare nei canoni, anche in maniera gradevole e ben rappresentata. Al presentarsi dell'occasione giusta, infatti, il film decide di non scegliere la strada piu' impervia, ne' di spingere sull'accelleratore, lasciando invece l'impressione di accontentarsi di un 'folle' con cui arrivare, per inerzia, fino in fondo, tra sorrisi poco credibili e conflitti - tanto sociali, quanto esistenziali o morali - molto superficiali.


Mattia Pasquini