Jimmy Bobo - Bullet to the Head
Un sicario di New Orleans (Jimmy Bobo), che non conosce le buone maniere, medita vendetta contro Keegan, un mercenario senza scrupoli che prova a 'liquidarlo' dopo avergli commissionato un omicidio. Lo aiuterà Taylor Kwon, un detective di Washington D.C. col vizio del BlackBerry e della navigazione virtuale, a cui salva la vita. Jimmy e Taylor metteranno le mani su documenti scottanti e su un politico corrotto, che vorrebbe cambiare faccia alla città e poi lucrare sull'edilizia.
È tornato per far vedere a tutti come si fa. Settant'anni compiuti
quest'anno, dieci di assenza dalle sale durante i quali ha diretto per
la TV il pilot di Deadwood e la miniserie Broken Trail, Walter Hill ha finalmente fatto il suo rientro al cinema e, per quanto non si possa paragonare a certi capolavori del passato, Bullet to the Head fila via che è un piacere.
Merito della sceneggiatura di Alessandro Camon, basata su una graphic novel di Alexis Nolent: Camon ha scritto un classicissimo buddy cop, con al centro due personalità divergenti – il killer a sangue freddo ma dal cuore caldo (Sylvester Stallone) e lo sbirro irreprensibile costretto a collaborare con lui (Sung Kang) – che tra una sparatoria e l'altra si lanciano frecciate continue ma, come da copione, imparano a rispettarsi. Niente di originale, niente di nuovo, ma scritto e confezionato con grande maestria e senso del ritmo. Diamo anche il bentornato alle one liner anni Ottanta che ultimamente latitano nel cinema action o quanto meno
non sono all'altezza del glorioso passato: pericolo scampato qui, dove
Sly si concede più di un'uscita di scena esilarante.
Kang e Stallone fanno una bella coppia, ma naturalmente è il vecchio leone a rubare la scena. Il suo fisico è più asciutto che mai e il viso è tornato quello di un tempo, ben prima degli steroidi di John Rambo e Rocky Balboa che lo avevano trasformato in un puffo troppo gonfio. Se tutto funziona
a dovere, però, lo dobbiamo soprattutto al fatto che Hill non ha perso
la mano e sa ancora come girare un film d'azione tutto d'un pezzo,
novanta minuti (la durata perfetta!) di adrenalina, battute, risse e,
ovviamente, pallottole. Siamo tra 48 ore e The Killer di John Woo,
un film che Hill avrebbe tanto voluto rifare. Chissà che questo Bullet
to the Head non sia in qualche modo un risarcimento, l'omaggio a John
Woo che non era mai riuscito a realizzare. La trama, che vede l'alleanza
tra un poliziotto e un killer, pare un chiaro indizio. Il titolo,
simile a quello di Bullet in the Head, potrebbe essere il secondo.
Sensazioni analoghe le aveva suscitate The Ward, il ritorno di John Carpenter.
Ma se in quel caso ci toccò fare i salti mortali pur di promuoverlo
nonostante gli evidenti limiti, stavolta possiamo con piacere dire che
Hill non ci ha per nulla deluso.
Di Marco Triolo