A proposito di Davis
La vita di un giovane cantante folk nella scena musicale del Greenwich Village del 1961. Llewyn Davis È a un bivio. A New York, durante un rigido inverno, il giovane, con l’inseparabile chitarra alla mano, lotta per guadagnarsi da vivere come musicista, affrontando ostacoli che sembrano insuperabili - a cominciare da quelli che lui stesso ha creato. Sopravvive solo grazie all'aiuto di qualche amico o sconosciuto, accettando piccoli lavoretti. Le sue disavventure lo portano un giorno in un deserto Chicago Club per un’audizione di fronte a Bud Grossman.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Inside Llewyn Davis
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Lucky Red
DURATA
104 min.
USCITA CINEMA
06/02/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013
di Pierpaolo Festa
Un concentrato di emozioni, filtrate dal talento autoriale e pregne del grottesco tipico del loro cinema. Le risate, le bizzarre espressioni dei personaggi, le atmosfere ipnotiche e i movimenti di macchina costantemente pieni di idee sono garantiti in Inside Llewyn Davis, il nuovo lavoro dei Fratelli Coen. Non si tratta semplicemente di un cocktail di cui conosciamo giÀ il sapore, bensÌ di un nuovo indimenticabile tassello della cinematografia di Joel e Ethan: un atto d’amore per la loro musica del cuore.
Il viaggio folk intrapreso dai registi È cosÌ intimo e allo stesso tempo potente. Gli anni Sessanta, inquadrati in atmosfere grigie e per lo piÙ notturne, non sono poi cosÌ oscuri come sembrano. I Coen raccontano un periodo in cui ci si poteva permettere ancora la scelta di "non fare". L'epoca in cui per essere newyorchese bastava semplicemente occupare il divano di uno sconosciuto e passare la notte a Manhattan. In quegli anni chi non aveva trovato una posizione sociale era ancora il piÙ cool di tutti. Llewyn Davis fa parte di questa schiera di perdenti romantici: un uomo con qualitÀ discutibili a cui perÒ lo spettatore non puÒ fare a meno di affezionarsi. I Coen lo strapazzano per due ore, moltiplicando la sua dose di disgrazie incluse gravidanze indesiderate, lutti e gatti che spariscono.
La commedia cupa diventa un road movie, finendo per rivelarsi come un piccolo grande film, il cui cuore batte a ritmo di musica folk. Un film piccolo come il mondo del protagonista, troppo stretto ad ogni inquadratura. Bastano perÒ le corde di una chitarra per raggiungere ogni infinita possibilitÀ. Le performance canore - tutte meritevoli di una standing ovation - consacrano definitivamente Oscar Isaac, in passato attore da tenere d'occhio, adesso artista a 360 gradi. Come da tradizione anche il cast di contorno È memorabile: Carey Mulligan si dimostra in grado di far evolvere le sue qualitÀ drammatiche in una performance spassosa, Justin Timberlake continua a voler dimostrare di avere il carisma dell'attore. Quando in scena arriva John Goodman, si ha la garanzia di essere stati definitivamente a Casa Coen. Si esce dalla sala di ottimo umore e con la voglia di non lasciarsi scappare la colonna sonora.
Un concentrato di emozioni, filtrate dal talento autoriale e pregne del grottesco tipico del loro cinema. Le risate, le bizzarre espressioni dei personaggi, le atmosfere ipnotiche e i movimenti di macchina costantemente pieni di idee sono garantiti in Inside Llewyn Davis, il nuovo lavoro dei Fratelli Coen. Non si tratta semplicemente di un cocktail di cui conosciamo giÀ il sapore, bensÌ di un nuovo indimenticabile tassello della cinematografia di Joel e Ethan: un atto d’amore per la loro musica del cuore.
Il viaggio folk intrapreso dai registi È cosÌ intimo e allo stesso tempo potente. Gli anni Sessanta, inquadrati in atmosfere grigie e per lo piÙ notturne, non sono poi cosÌ oscuri come sembrano. I Coen raccontano un periodo in cui ci si poteva permettere ancora la scelta di "non fare". L'epoca in cui per essere newyorchese bastava semplicemente occupare il divano di uno sconosciuto e passare la notte a Manhattan. In quegli anni chi non aveva trovato una posizione sociale era ancora il piÙ cool di tutti. Llewyn Davis fa parte di questa schiera di perdenti romantici: un uomo con qualitÀ discutibili a cui perÒ lo spettatore non puÒ fare a meno di affezionarsi. I Coen lo strapazzano per due ore, moltiplicando la sua dose di disgrazie incluse gravidanze indesiderate, lutti e gatti che spariscono.
La commedia cupa diventa un road movie, finendo per rivelarsi come un piccolo grande film, il cui cuore batte a ritmo di musica folk. Un film piccolo come il mondo del protagonista, troppo stretto ad ogni inquadratura. Bastano perÒ le corde di una chitarra per raggiungere ogni infinita possibilitÀ. Le performance canore - tutte meritevoli di una standing ovation - consacrano definitivamente Oscar Isaac, in passato attore da tenere d'occhio, adesso artista a 360 gradi. Come da tradizione anche il cast di contorno È memorabile: Carey Mulligan si dimostra in grado di far evolvere le sue qualitÀ drammatiche in una performance spassosa, Justin Timberlake continua a voler dimostrare di avere il carisma dell'attore. Quando in scena arriva John Goodman, si ha la garanzia di essere stati definitivamente a Casa Coen. Si esce dalla sala di ottimo umore e con la voglia di non lasciarsi scappare la colonna sonora.