

Il grande sogno

Nicola è un bel giovane pugliese che fa il poliziotto ma sogna di fare l'attore, e si trova a dover fare l'infiltrato nel mondo studentesco in forte fermento. All'università incontra Laura, una ragazza della buona borghesia cattolica, brillante e appassionata studentessa che sogna un mondo senza ingiustizie, e Libero, uno studente operaio, leader del movimento studentesco che sogna la rivoluzione. Tra i tre nascono sentimenti e forti passioni e Laura - sedotta da entrambi - dovrà scegliere chi dei due amare. Anche i fratelli minori di Laura, Giulio e Andrea, si sentono coinvolti dal clima di contestazione, portando lo scompiglio in famiglia.

Prima di tutto l'antefatto. "Il grande sogno" per la regia di Michele Placido e interpretato da Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca e Luca Argentero sarà
nei cinema da venerdì 11 settembre in 450 copie distribuito da Medusa.
10 milioni di euro di budget e due anni per portare a termine il
lavoro. In effetti il film affronta un tema complesso dato che è
incentrato sull'anno che cambiò per sempre il mondo. Placido ha da
sempre un rapporto conflittuale con i Festival. E nonostante il film
sia stato applaudito in proiezione e ben accolto in conferenza stampa,
non è mancata la solita rompiscatole. Una giornalista spagnola gli ha
chiesto come mai lui, uomo di sinistra e con un film sul '68, si è
fatto produrre e distribuire il suo lavoro da Medusa, società di
proprietà del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A quel punto
Placido ha tirato fuori le unghie, si è messo ad urlare, e a definire
perlomeno ipocrita la domanda della collega. E questa volta siamo con
lui. Lo sappiamo bene tutti che senza produttore e distributore i film
non si fanno.
"Il grande sogno" racconta di Nicola (un bravissimo Riccardo Scamarcio,
forse la sua migliore prova di attore fino ad ora), ragazzo pugliese di
famiglia contadina, che arriva a Roma nel 1967 ed entra in polizia.
Durante la retata all'Università La Sapienza, occupata nel 1968 dagli
studenti contestatori, Nicola conosce Laura (Jasmine Trinca), ragazza cattolica della buona borghesia romana, e Libero (Luca Argentero - assente a Venezia perché occupato a Roma a girare con Julia Roberts "Eat, Pray, Love"),
leader del movimento. In poco tempo il poliziotto si troverà da
manganellatore a manganellato, farà il salto della barricata, riuscendo
anche a realizzare il suo grande sogno: diventare attore. Infatti verrà
preso all'Accademia di Arte Drammatica Silvio D'Amico. Intorno a questo
triangolo alla "Jules e Jim" si narrano tutti gli eventi che cambiarono
il mondo in quegli anni. La morte del Che, l'assassinio di Martin
Luther King, le manifestazioni contro la guerra del Vietnam ma
soprattutto i cittadini che scendono per strada in ogni parte del mondo
per rivendicare i loro diritti.
"E' un film molto autobiografico - ci dice Placido
- una sorta di affresco d'epoca sul movimento ideale e le lotte del '68.
La nostra ambizione era quella di descrivere la nascita di un
cambiamento radicale che avviene nelle strade e all'interno delle
famiglie. E' un film politico, personale, pieno di energia, fantasia e
passione. Spero tanto che questa positività arrivi anche ai giovani
d'oggi e che ognuno di noi metta in atto il suo '68 nella vita
quotidiana. Ricordiamoci sempre che chi controlla il passato, controlla
anche il nostro futuro. E se oggi viviamo in una democrazia e negli USA
c'è un Presidente afro-americano lo si deve solo a quel "I have a
dream" che sperava Martin Luther King e che milioni di persone, anche
in suo nome, hanno fatto modo che diventasse realtà".