Il cacciatore di giganti
Jack pianta dei fagioli magici poco dopo trova un'enorme pianta che si staglia oltre le nuvole. Scopre così un regno abitato da giganti, dove una principessa è tenuta prigioniera.
Si entra in sala con l'impressione di assistere a uno spettacolo
scontato e forzatamente zuccheroso. Se questi elementi sono comunque
garantiti, si esce piuttosto di buon umore dalla visione de Il cacciatore di giganti.
Perché se è vero che il film si rivolge in primis ai più giovani, è
anche vero che dietro la macchina da presa c'è un bravo regista capace
di creare uno spettacolo per il resto del pubblico.
L'occhio di Bryan Singer prova con tutte le forze a portare lo spettatore in pieno medioevo e,
nonostante l'overdose di creazioni computerizzate, il regista sporca di
fango i suoi personaggi. Ritmo e atmosfera giovano alla prevedibilità della storia. L'arma segreta è la simpatia del cast di contorno: Ewan McGregor si diverte da morire nell'interpretare questo cavaliere abbastanza fuori di testa per essere così coraggioso. Stanley Tucci è impeccabile nel ruolo del cattivo, anche se diciamo la verità: Tucci
funzionerebbe sempre e in qualsiasi ruolo. Tra loro si mette in mezzo Eddie Marsan (già istruttore di guida in La felicità porta fortuna e ispettore di polizia in Sherlock Holmes), attore che prima o poi ogni regista dovrebbe arruolare in un film.
Il trionfo degli effetti speciali – troppi e realizzati evitando di
mettere paura ai bambini – non giova di certo alla pellicola, sebbene il
terzo atto con i giganti che attaccano il regno sia comunque la parte
più avvincente. Questo sempre per merito di Singer che punta
all'avventura per far ripartire il film inceppato dalla classica storia
d'amore poco coinvolgente - nonostante il fascino dei due giovani
protagonisti - tra la principessa e il contadino.
Parte di quel trend di Hollywood a caccia di adattamenti dalle fiabe
classiche, questo Jack e la pianta di fagiolo ha più ritmo dell'Oz di Raimi,
sebbene non aspiri nemmeno per un momento ad offrire qualcosa in più di
intrattenimento fracassone. Fast food cinema: destinato a non essere
ricordato.
di Pierpaolo Festa