Gli Abbracci Spezzati
Lena è una persona con una doppia vita: da un lato donna del dolore, bruna, dolente e lottatrice senza fortuna, ma dall'altro bionda, ingenua, esaltante e spiritosa..
A tre anni da uno dei suoi grandi capolavori, "Volver", Pedro Almodovar
torna con un film altrettanto personale, una storia di cinema nel
cinema che si dipana in due piani temporali differenti, i primi anni '90 ed i nostri giorni. E' infatti nello scorso decennio che si consuma
la tragica storia d'amore tra l'attrice Lena (Penélope Cruz) ed il regista Mateo (Lluìs Homar),
ostacolata dal compagno/padrone di lei, un ricco industriale dai
sentimenti morbosi e disposto a tutto per trattenerla contro la sua
volontà.
Su questa trama principale si innestano poi una molteplicità di
sottotrame che rende l'impalcatura classica del melodramma sfaccettata,
complessa. L'impressione che si ricava dalla visione de "Gli abbracci spezzati" ( è che rispetto al suo cinema migliore Almodovar ha
realizzato un'opera troppo "fredda", che si concentra molto sullo
sviluppo della trama (e del genere di appartenenza) e tralascia di
sviluppare con la solita pienezza la vita interiore e l'umanità dei
suoi personaggi. Anche la confezione del film, anche se ineccepibile,
non aiuta ad entrare in empatia con le figure messe in scena:
soprattutto la fotografia sempre elegantissima del messicano Rodrigo Prieto contribuisce a creare un senso di distacco che in molte scene appare straniante.
Incastrato in una serie di inquadrature visivamente stupende, in una
sequenza di movimenti di macchina sinuosi e molto ben articolati, "Gli abbracci spezzati" non riesce però a comunicare allo spettatore il senso di calore ed umanità del cinema più emozionante di Pedro Almodovar.
In questo caso ci troviamo di fronte ad un lungometraggio "costruito",
che lavora smaccatamente sulle metafore senza però inserirle
coerentemente in un'opera che sappia avvalorarle con il suo spessore
drammatico. Anche i costanti, espliciti riferimenti alla storia del
cinema che il cineasta spagnolo ama di più alle fine risultano
meccanici, forzati, e conseguentemente non si inseriscono con
equilibrio all'interno della trama.
Certo, poi Almodovar rimane
un genio di cinema, e realizza almeno un paio di scene di impatto e di
altissima fattura cinematografica. Questa volta però la sua volontà di
riflettere sul suo lavoro di cineasta e di raccontare il suo amore per
il cinema sovrastano il resto, e ne viene fuori un lavoro non omogeneo,
troppo sbilanciato in favore della riflessione teorica sul
mezzo/cinema.
"Gli abbracci spezzati" sarà distribuito dalla Warner Bros. a partire dal 13 novembre.
Per saperne di più
Il trailer e la fotogallery del film
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