Essential killing
Un membro dei Talebani viene catturato in Afghanistan dall'esercito americano dopo aver ucciso tre soldati statunitensi. Viene portato in Europa per essere interrogato, ma riesce a fuggire. Si troverà davanti un immenso continente che non conosce.
In questa discussa edizione della Mostra di Venezia, pochi film hanno incontrato il plauso quasi unanime della stampa come “Essential Killing”, il nuovo lavoro del regista polacco Jerzy Skolimowski, interpretato da un intenso Vincent Gallo.
La storia è semplice e senza fronzoli: scortato dal Medioriente a una
non precisata località nell'est europeo, un estremista islamico che ha
massacrato tre militari americani riesce a liberarsi e inizia una fuga
disperata, attraverso un gelido paesaggio innevato. Braccato come un
animale ferito, l'uomo porterà avanti senza cedimenti la propria
crociata, fino a una conclusione aperta che lascia molti quesiti sul suo
destino. Ma in fondo, non conta sapere come andrà a finire per lui.
Ciò che conta e che sorprende dell'opera sono il rigore, la
nettezza, la coerenza incorruttibile di un'idea cui il regista tiene
fede per l'intero film. Un'idea di nichilismo disperato che
della guerra non vuole esplorare le radici, che non considera neanche
l'ipotesi di scavare nel passato per cercare una spiegazione, perché di
logico non c'è niente, e se poi anche ci fosse qualcosa potrebbe essere
letto come una scusa, una giustificazione. E questo è inaccettabile.
Vincent Gallo offre una prova tutta fisica ed è più
impenetrabile e chiuso che mai. Nell'arco dell'intera proiezione non lo
sentiamo pronunciare neanche una parola. Niente. Il suo
personaggio un nome non ce l'ha e a identificarlo è quello che fa, che
sostanzialmente è uccidere. Difende la sua vita ma è morto. Non ci stupirebbe che lo considerassero per la Coppa Volpi. Unica speranza in questa steppa gelida sono le donne cui è affidato il
compito di generare e proteggere la vita, di essere il contrario della
guerra. La freddezza del paesaggio riflette quella interiore del
personaggio, che segue il suo addestramento rigoroso senza porsi mai
domande o guardarsi indietro. Ma la neve rappresenta anche la purezza di
un ideale che, per quanto assolutamente non condivisibile, non conosce
dubbi e non viene alterato dal sentire comune. Un ideale che, però, alla
fine porta la purezza a macchiarsi inevitabilmente di sangue, rosso
acceso sul bianco della steppa.
“Essential Killing” è un film solido che chiama lo spettatore a
compiere un estenuante viaggio al di là del bene e del male dove c'è
semplicemente il nulla della pura violenza. Una caccia che non permette
proprio più di distinguere l'uomo dalla bestia.