Edhel

Edhel

Edhel è una bambina nata con una malformazione del padiglione auricolare che fa apparire le sue orecchie “a punta”. Affronta il disagio chiudendosi in se stessa e cercando di evitare qualunque rapporto umano che non sia strettamente necessario. La scuola e i compagni, per lei, sono un incubo. L’unico posto in cui si sente felice è il maneggio in cui Caronte, il suo cavallo, la aspetta tutti i pomeriggi così come faceva con suo padre prima che morisse in un incidente di gara. Edhel vive con la madre Ginevra. Il rapporto tra le due è difficile e conflittuale. Ginevra preme perché la figlia si operi, correggendo quel difetto che la separa da una “normalità” convenzionale. Lo desidera per il bene della figlia, affinché possa essere felice come le sue coetanee. L’incontro con Silvano, il bizzarro bidello che inizia Edhel al mondo del fantasy, convince la ragazza della possibilità che quelle orecchie siano il chiaro segno della sua appartenenza alla nobile stirpe degli Elfi. Da quel momento in poi, Edhel inizierà a credere nella magia di poter essere finalmente se stessa.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Edhel
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DURATA
84 min.
USCITA CINEMA
25/01/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Alessia Laudati
 
È una probabile coincidenza temporale se due film che trattano ognuno a modo loro il tema della diversità e del ruolo della scuola nel costruire una visione che non discrimini, arrivino a poca distanza l’uno dall’altro nelle sale. Il primo è Wonder. Il secondo è Edhel, opera prima di Marco Rende premiata al Giffoni e al Los Angeles Film Awards, di cui parliamo oggi.
 
Il primo è una grande produzione con star come Julia Roberts che disegna un mondo positivo – famiglia, scuola, coetanei - che nonostante alcune piccole asprezze riesce alla fine ad accettare il bambino deforme Auggie. Il secondo è un film a low budget non ugualmente magnanimo nei confronti delle piccole istituzioni che in teoria dovrebbero avere un ruolo educativo e che invece qui contribuiscono a discriminare la piccola protagonista. Il microcosmo di Edhel (Gaia Forte), una bambina nata con una malformazione alle orecchie che ha da poco perso il padre, non è per niente tenero nei confronti della diversità. Le compagne di scuola la bullizzano con l’uso dei telefonini, la madre (Roberta Mattei) non capisce la forza del legame tra la bambina e il suo cavallo, le maestre sembrano solo sottolineare quanto la chirurgia estetica, quindi la cancellazione del difetto fisico più che la sua accettazione, sia la strada giusta da percorrere per risolvere ogni problema. In questo mondo, probabilmente più vicino al reale di quello di Wonder, si inserisce una trama tra il magico e il fantasy che continuamente deforma la realtà senza però trasformarsi mai del tutto in esempio completo di film di questo genere. Per questo è un esperimento interessante di adattamento tra il cinema young adult, che spesso nel fantasy e nella distopia e nei suoi temi più crudi trova grandissima espressione, è uno più fiabesco, fatato, che ricorda i grandi classici pre-narrativa per giovani adulti come La storia infinita.
 
Il piccolo budget si nota soprattutto in alcuni momenti che non sempre si riescono a riempire con successo, ma le idee ci sono e anche la volontà di non addolcire in maniera eccessiva una favola che ha anche la sua cattiveria. Così Edhel si lascia contaminare dai temi della mitologia elfica, dai riferimenti con il popolare Il signore degli anelli, riuscendo con grande inventiva creativa a sopperire a tutte quelle mancanze produttive che fanno in modo che un universo del genere possa solo essere allusivo e non manifestarsi chiaramente in tutte le sue componenti. Ci volevano forse più effetti speciali per scatenare la fantasia ma così la pellicola trova un suo sapore. Tutto artigianale e per questo speciale.