Contre toi

Contre Toi - Kristin Scott Thomas

Una ginecologa parigina torna a casa sconvolta dopo un'apparente vacanza. In realtà, la sera prima di partire è stata rapita da un uomo che ha un conto in sospeso con lei e che l'ha tenuta segregata per giorni. Hanno urlato, parlato, hanno cominciato a capirsi.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Contre toi
GENERE
NAZIONE
Francia
REGIA
CAST
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2010

La storia di una vendetta che trasforma la vittima in carnefice e allo stesso tempo quella del rapporto tra due anime che hanno totalmente chiuso le porte al mondo, ma che finiscono per trovarsi e capirsi.

Questo è “Contre toi”, il film di Lola Doillon incentrato su sequestro messo in scena con un repertorio di inquadrature potenti che tengono chi sta a guardare inchiodato alla poltrona.

La giovane Doillon (figlia del regista Jacques) sceglie di raccontare la sindrome di Stoccolma che coglie una donna in preda a un uomo disperato. La sua arma segreta è proprio la protagonista, una sempre più straordinaria Kristin Scott Thomas (attrice inglese che come sempre recita in francese fluente), capace di esprimere alla perfezione le diverse sfumature emotive del suo personaggio. Mentre la guardiamo chiusa per giorni in una cantina, soffriamo con lei nei suoi pianti silenziosi, per poi passare ai momenti in cui affronta apertamente il suo rapitore in duelli verbali, rischiando di scatenare la sua follia. E la regista sceglie di avventurarsi in interessanti percorsi narrativi, sviluppando la storia di una donna che ha deciso di isolarsi così tanto al punto da non essere cercata da nessuno, perfino nel momento in cui viene sequestrata.

E se la performance dell'attrice non smette nemmeno per un minuto di essere impeccabile, la trama si fa meno originale nel momento in cui il film decide di esplorare le ragioni del sequestratore. Eppure, dietro la macchina da presa, la Doillon riesce continuamente a sprigionare tensione, scegliendo diversi piani temporali (per tre quarti il film è raccontato in flashback) e mostrando il dolore della protagonista che vaga per la grande città guardandosi costantemente alle spalle terrorizzata di imbattersi nuovamente nell'uomo che la ha rapita, lo stesso a cui lei si è affezionata.

D'un tratto le prospettive vengono rovesciate in un ottimo spunto di trama, sebbene si arriva a un finale che poteva decisamente osare di più. E' come se la regista frenasse improvvisamente nel suo viaggio nell'oscurità umana, per trovare a ogni costo una scorciatoia verso la risoluzione dei fatti. Una piccola delusione dopo ottanta minuti intensi.

di Pierpaolo Festa