Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier

Sono passati due anni dagli eventi di The Avengers e Steve Rogers vive a Washington D.C., dove lavora per lo S.H.I.E.L.D. di Nick Fury, anche se fatica a trovare il suo posto in una societÀ che non gli appartiene. Quando un collega dell'agenzia viene attaccato, Steve scopre un complotto segreto che potrebbe minacciare l'intero pianeta e, insieme alla Vedova Nera e al nuovo alleato Falcon, tenta di venirne a capo mentre contrasta gli attacchi di killer assoldati per eliminarlo. Tra cui il Soldato d'Inverno, un misterioso agente nemico dotato dei suoi stessi poteri e che sembra conoscerlo molto bene.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Captain America: The Winter Soldier
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Walt Disney Pictures
DURATA
136 min.
USCITA CINEMA
26/03/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Pierpaolo Festa

Parte benissimo la seconda avventura cinematografica di Captain America. Un'ambientazione tra i palazzi del potere di Washington D.C., una piccola dose di humour (con il personaggio che porta con sÉ un taccuino sul quale annotare tutto quello che si È perso nei settanta anni di crio-sonno) e uno spettacolo efficace e insolitamente misurato considerati gli altri cavalli di battaglia Marvel.

Si assiste a una missione in cui “Cap” conduce un gruppo di agenti segreti – inclusa la Vedova Nera di Scarlett Johansson – a liberare una nave presa in ostaggio da terroristi, una sequenza che strizza l'occhio al cinema di Greengrass per come È orchestrata. Per un attimo si ha la sensazione che i cinecomics Marvel possano aspirare a un nuovo stadio di divertissment e spettacolo, e che le intenzioni siano veramente quelle di rifare film di genere affidandosi alle loro icone: in questo caso un thriller spionistico alla Tom Clancy, dove ogni personaggio in scena È un potenziale traditore. Una interessante sensazione che continua per tutto il primo atto del film che presenta un emozionante attentato nel cuore della capitale e un'imboscata all'interno di un ascensore.  

Peccato che il resto della storia non sia all'altezza di questi primi quaranta minuti: quello che accade, infatti, È un po' il processo inverso a cui abbiamo assistito nel sequel di Thor (che partiva lento per poi decollare al meglio). Nel momento in cui Captain America si tira fuori da quell'ascensore, il film comincia ad accartocciarsi su se stesso, lasciando la trama alla Clancy appiccicata in superficie e trasformandosi in un'unica grande fuga baraccona con qualche problema di ritmo, in cui l'eroe deve dimostrare la sua innocenza e smascherare le mele marce che tramano a Washington.

Si rimpiange l'interessante primo capitolo di Joe Johnston, dove almeno c'era tutta l'estetica del Secondo Conflitto Mondiale e perfino piÙ humour con Cap che diventata il poster boy di una nazione in guerra. Anche la grande partecipazione a lungo annunciata di Robert Redford (presente con un ruolo corposo) si rivela un'occasione sprecata. Sembra che i registi abbiano avuto paura di farlo sperimentare troppo nel suo primo film di supereroi, puntando invece sul sicuro e affidandogli il solito ruolo di icona: un uomo di esperienza che si riserva la maggior parte dei discorsi fantapolitici.

L'overdose pirotecnica dell'ultimo atto non manca, sebbene si intuisca di stare davanti a un insieme di “set pieces” concepiti a priori: sequenze spettacolari monocromatiche e visivamente uguali disegnate ancor prima di avere una sceneggiatura pronta. Dietro la macchina da presa i fratelli Russo (hanno fatto tanta TV e diretto per il cinema Welcome to Collinwood, remake a stelle e strisce de I soliti ignoti) provano a dare un grande respiro alle scene d'azione, e a un certo punto sembra che rifacciano la celebre sparatoria di Heat – La sfida, ma i 136 minuti di durata sono davvero troppi.

Sullo schermo Chris Evans ci mette corpo e mono-espressivitÀ per un ruolo che ormai gli calza a pennello, e la bella Scarlett continua a non regalare spessore alla sua Vedova Nera, sempre piÙ legnosa e meno interessante. Decisamente vincente È proprio il Winter Soldier del titolo. Forte quanto il protagonista e di gran lunga piÙ spietato, il Soldato d'Inverno si concede un paio di round contro Cap prima della resa dei conti, ma nel procedere con l'arco narrativo di questo novello Frankenstein innescato contro l'eroe non si punta troppo sull'empatia con il pubblico, rimandata forse ai prossimi episodi.

Quel che rimane– considerate anche le due scene finali post-credits – È sempre la curiositÀ di seguire l'affascinante filo narrativo dell'universo Marvel, che si avvicina all'ultimo atto della sua “Fase 2”, che culminerÀ da qui a un anno con il ritorno degli Avengers.