Butter

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Una giovane adolescente adottata scopre di avere un talento per le sculture di burro ed è costretta a confrontarsi con un'ambiziosa abitante della cittadina in cui vive nell'annuale concorso locale per sculture di burro.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Butter
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2010

Sculture di burro, fragili e solide al tempo stesso, per raccontare le
ipocrisie, i fanatismi, gli eccessi, dell'America dei Tea Party e del
fanatismo elettorale. Semplicemente “Butter”, il film di Jim Field Smith in
concorso nella sezione Alice nella città, prodotto e recitato
magistralmente da Jennifer Garner, fidanzatina d'America dalle
aspirazioni alte che nascondo un qualunquismo feroce dietro gli altari
della buona condotta. Laura Pickler (Jennifer Garner)
dopo il ritiro del marito, scultore di statue di burro, dalla corsa ai
troni politici, ingaggia una lotta all'ultima spatola con l'orfanella di
colore Destiny (Yara Shahid), per vincere i campionati locali e
candidarsi lei stessa. Nel Midwest, dove è ambientata la storia, tutto è
mediocre e dietro le altisonanti ambizioni, si nascondono le
aspirazioni misere di potenziali killer, disposti a tutto, anche
sabotare l'innocente opera di una docile bambina, pur di occupare un
posto al sole e sventolare il guanto bianco in segno di saluto
.



La commedia è cattivissima, grottesca ma puntuale quando descrive un
popolo sull'orlo di una crisi di nervi, fasciato in assurde regole e
capace di montare spettacoli mediatici per ogni banale stupidaggine
seminando il germe della competizione. La contraddizione a stelle e
strisce di un paese gonfiato dall'interno, è raccontata con ritmo comico
attraverso una galleria di personaggi ben costruiti ed esilaranti,
nascosti sotto sorrisi bianchissimi e atteggiamenti falsati. Una
galleria di freaks moderni, tremendamente inquietanti, che costringono a
rivedere il tradizionalismo dei Tea Party con molta più diffidenza e
con la paura del fanatismo
. In questo senso è di sollievo il personaggio di Olivia Wilde,
splendida spogliarellista, senza filtri né falsi dei ai quali
immolarsi. Solo qualche pecca, nelle vene di buonismo finale, ma sono
talmente tanto tirati e rigidi i sorrisi e gli abbracci, che persino
l'happy ending è velato di inquietudine.




di Alessia Laudati