Benvenuto Presidente!
In un piccolo paesino di montagna vive un uomo dal nome impegnativo: Giuseppe Garibaldi, per tutti Peppino. Ama la pesca, la compagnia degli amici, la biblioteca in cui lavora da precario. E' un ottimista anche se il figlio che lo accusa d'essere un fallito. Un giorno, a causa di un pasticcio dei politici, accade una cosa incredibile: Peppino viene eletto per errore Presidente della Repubblica Italiana. Strappato alla sua vita tranquilla, si trova a ricoprire un ruolo per il quale sa di essere evidentemente inadeguato, ma il suo buonsenso e i suoi gesti istintivi risultano incredibilmente efficaci. Certo il protocollo non è il suo forte. Janis Clementi, inflessibile quanto affascinante vice segretario generale della Presidenza della Repubblica, si affanna inutilmente nel tentativo di disciplinare le imprevedibili iniziative del Presidente...
Una delle immagini più interessanti di Benvenuto presidente! vede la folla sventolare il tricolore di fronte al Quirinale.
Considerati i tempi che corrono si tratta chiaramente di un'immagine
fantascientifica. Di certo una bella inquadratura: come se per un attimo
qualcuno avesse provato a spostare più in alto il nostro senso di
patriottismo, il cui denominatore non va ormai oltre al tifo per la
nazionale di calcio.
E per un attimo si crede a quell'immagine. Anche per merito di Claudio Bisio, frizzante più che mai in una performance che sfodera mimica e tempi comici che strizzano l'occhio al Kevin Kline di Dave – Presidente per un giorno.
Sembra, infatti, che i realizzatori abbiano ripassato a fondo la
pellicola di Ivan Reitman, assicurandosi di italianizzarla al passo con i
tempi. Scritto da Fabio Bonifacci, ormai sceneggiatore
di punta delle commedie di successo nostrane, il film funziona sia per
la verve comica al galoppo di Bisio – ormai a suo agio nel ruolo di
persona ordinaria in circostanze straordinarie – che come farsa. Riccardo Milani,
infatti, tiene bene a mente la situazione vacua dello Stato: le sue
risate celano una critica forte, ma anche un grande amore per il Paese.
E' questo mix l'elemento più convincente del film. E il regista alza la
posta in gioco provando – seppure con toni leggeri – a fare qualcosa di
inedito: smette per un momento di puntare il dito contro chi riempie le
sale del potere deviandolo verso chi invece sta a osservare tutto dal
piccolo schermo. Dunque puntandolo sullo stesso popolo italiano.
Rimangono poche forzature di commedia che colpiscono soprattutto il
personaggio della simpatica Kasia Smutniak.
Basta, però, la sequenza con Bisio alla guida dei bersaglieri per
garantire le risate. E' successo ad esempio a Bari, dove Benvenuto
presidente! ha aperto la nuova edizione del Bif&st.
Curiosa la mossa del produttore Nicola Giuliano di Indigo Film,
che dopo tanti film dai toni più seri (le pellicole di Sorrentino e Il
gioiellino) vira sulla commedia, di cui ci aveva già dato un assaggio
con l'ottimo La kryptonite nella borsa.
E' stato lui stesso a scrivere il soggetto del film, quello che in
America si definisce “crowd pleaser” e cioè una pellicola per il grande
pubblico che lascia gli spettatori con un sorriso in faccia una volta
usciti dalla sala.
di Pierpaolo Festa