Banat (Il Viaggio)

Banat

Ivo e Clara vivono a Bari. Ivo è agronomo, ed ha appena accettato un'offerta di lavoro in Romania. Clara esce da una difficile storia d'amore. S'incontrano per caso nell'appartamento dell'eccentrica Signora Nitti: lui è affittuario uscente, lei la nuova inquilina. E si riconoscono all'istante, entrambi sospesi tra una vita che finisce e una nuova che comincia. Poi Ivo parte per la Romania, e Clara resta a Bari. Quando perde il suo lavoro in un cantiere navale, Clara decide di raggiungerlo. Insieme condividono lo spaesamento in una terra straniera e l'incertezza del futuro, così come la sensazione di un amore che sta nascendo. L'esilio dalla loro terra è l'unico modo per essere felici?

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Banat (Il Viaggio)
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Movimento Film
DURATA
82 min.
USCITA CINEMA
07/04/2016
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2016
di Alessia Laudati

Il senso del vivere al tempo di migrazioni fisiche e mentali cospicue. Banat - Il viaggio - del regista esordiente al lungometraggio Adriano Valerio, da una parte  può essere opera quasi generazionale – perché di identitario ha il percorso di un uomo e di una donna che per aspirazioni, smarrimenti e assenza di risposte, possono rappresentare bene le problematiche di una generazione di ventenni e trentenni - dall’altra però è un film che per trattare questo tema sceglie il focus intimo sulle persone piuttosto che la freddezza del grande ritratto sociale.

Perché tutto in Banat parte dall’osservazione calda di un’umanità specifica. Quella composta da un ragazzo che sta per lasciare l’Italia all’indirizzo della Romania, ovvero Ivo (Edoardo Gabbriellini), – attore che ha fatto della dolcezza il proprio stampo recitativo più marcato – e da Clara (Elena Radonicich), che invece è determinata a restare.
 
Sembrerebbero due prospettive opposte; ma si sa che una delle lezioni di questa epoca è proprio il fatto che anche quando si decide di rimanere – in senso materiale e simbolico – se tutto intorno a te continua a muoversi è comunque difficile conservare uno status granitico e ancorato alle proprie certezze.

E allora qui si prova a raccontare il senso di spaesamento di una generazione ‘migrante’ che finisce così per incrociare le rotte con alcuni popoli – qui il punto di riferimento è l’Europa dell’Est - che per tradizione storica si sono sempre mossi in senso contrario. Dalla patria al Belpaese cercando la realizzazione di un sogno di felicità.