Apart Together
Più di cinquant'anni dopo la proclamazione della Repubblica popolare cinese nel continente asiatico e la fondazione della Repubblica dell'isola di Taiwan, per la prima volta viene data un'autorizzazione a un gruppo di ex-soldati del Partito Nazionale del Popolo a viaggiare dal Taiwan alla Cina per ricongiungersi con i familiari che si trovano a Shanghai. Questi soldati combatterono aspramente contro le truppe comuniste durante la guerra civile dal 1927 in poi, fino a quando non furono costretti a ritirarsi a Taiwan nel 1949.
di Andrea D'Addio
Nel 2007 Wang Quanan vinse l'Orso d'oro con"Il matrimonio di Tuya".
A distanza di tre anni il regista cinese ritorna a Berlino e, per
l'occasione, il festival tedesco gli affida l'apertura della
manifestazione.
"Apart Together"
è un titolo dal doppio significato. Da una parte la storia dei
protagonisti. Siamo a Shanghai, lui e lei si sono lasciati nel 1949
quando la guerra tra la repubblica popolare cinese e Taiwan richiamò
sull'arcipelago asiatico i militari del regime comunista. La successiva
proclamazione dell'indipendenza di Taiwan, "chiuse" di fatto tutti i
cinesi arrivati lì per combattere: non si poteva più tornare indietro,
per sopravvivere bisognava diventare cittadini della repubblica
(capitalista) cinese. A distanza di cinquant'anni, quell'uomo partito
cinese, ma ormai taiwanese, ritorna dal suo vecchio amore grazie ad un
permesso rilasciato dal governo, il primo da allora. Lei nel frattempo
si è sposata, ha avuto figli (uno già lo aveva con "lui"), è anche
nonna. Il reduce viene accolto con tutti gli onori del caso anche dal
nuovo compagno di lei. Il suo piano però è prendersi la donna che ha
sempre amato, anche se ormai si tratterebbe di condividere assieme gli
ultimi anni di una vita vissuta separatamente solo per colpa della
storia. Ma può una donna abbandonare un marito che, seppur non amato,
le è sempre stato affettuoso?
Il secondo significato del titolo è la metafora stessa della storia
raccontata. Lui e lei non sono solo due amanti pronti adesso a tornare
di nuovo assieme, ma le due Cina, quella popolare e quella
repubblicana, ora unite da un sistema economico analogo e da rapporti
diplomatici più distesi, ma che nonostante tutto rimangono due entità
politiche ben diverse. Wang Quanan
racconta tutto questo giocando con pochi elementi narrativi (la
famiglia come lo specchio di un popolo) e riducendo al minimo le scene
(poche, ma lunghe) e i movimenti di macchina. Non per questo si può
dire qualcosa di una regia invece molto curata nelle inquadrature che
ben fotografa la vita domestica di una famiglia qualsiasi di Shanghai.
Nonostante questo, il film rimane purtroppo piuttosto in superficie.
Non si empatizza con i suoi protagonisti, elementi più simbolici che
persone a tutto tondo (la passione tra lui e lei è solo raccontata, mai "vista"), così come la pretesa del parallelismo, raccontare la grande
storia attraverso una piccola storia, non scava in nessun dettaglio, ma
si comprende già dopo pochi minuti grazie alla didascalia che fa da
prologo. Insomma, come apertura di Berlino, ci si poteva aspettare
qualcosa di più.