Addio fottuti musi verdi

Addio fottuti musi verdi

Ciro, super qualificato grafico pubblicitario, specializzato in porte in faccia e collezionista di delusioni, dopo averle provate tutte, decide di partecipare ad un concorso e mandare il suo curriculum nientedimeno che agli alieni. Tanto quelli figurati se rispondono. E invece…

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Addio fottuti musi verdi
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
01 distribuzione
DURATA
93 min.
USCITA CINEMA
09/11/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Alessia Laudati
 
Dover parlare dello sbarco al cinema dei The Jackal significa innanzitutto lottare contro un certo istinto di paternalismo. Il conflitto arriva fin da subito. Considerare il loro film con più indulgenza vista non solo l’età relativamente giovane del collettivo e la difficoltà di fare un film in Italia prima dei 35 anni, oppure abbandonare la prospettiva da ‘riserva indiana’ e trattarli alla pari di tanti altri cineasti alla prova dell’opera prima? Sceglieremo di comportarci da padri affettuosi, perché così è la vita e perché dopo lo sproloquio di aggettivi come ‘choosy’, ‘bamboccioni’, ‘codardi’, è ora che qualcuno tenga conto delle reali condizioni di difficoltà - sistematiche non personali - che interessano il ‘lavoro’ artistico e non in Italia. Altrimenti saremmo fuori dal tempo se in questo contesto trattassimo tutto ciò che sta sotto la parola ‘capolavoro’ come non degno di nota.
 
Nell’esordio diretto da Francesco Ebbasta – il cognome ha un che di macciacapatondiano – il lavoro, o meglio, l’assenza di lavoro è il tema principale del film. Spingendo sul pedale del paradosso, la pellicola mette al centro la storia surreale di Ciro (Ciro Priello) un grafico precario che troverà una dimensione umana e appropriata dal punto di vista professionale – assunzione, pagamenti regolari, un ufficio che funziona in maniera efficiente – solamente nel lontano spazio. Con questa premessa già molto presente nelle loro produzioni web, i The Jackal ritrovano un certo sguardo dissacrante sul mondo della precarietà, del disagio giovanile e dell’identità napoletana. Eppure non c’è tutto ciò che ci piace dei The Jackal di Gli effetti di Gomorra sulla gente in ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI. Persistono sicuramente alcuni fattori positivi. La capacità comica di Ciro Priello e di Fabio Balsamo e uno sguardo stralunato sulla napoletanità che non è mai espressione di provincialismo. Il problema è semmai mantenere vive tutte queste qualità di base nella mescolanza con la fantascienza, con i suoi codici e con la tradizione del suo cinema. Purtroppo quando il film si avventura in un territorio diverso e lo fa nel solco di quanto fatto da registi come Edgar Wright, non riesce sempre ad esprimersi benissimo. A Napoli tutto bene, ma in orbita un po’ meno. Gli alieni di AFMV sono di certo spaventosi e inquietanti grazie soprattutto alla bravura della costruzione del personaggio di Brandon (Roberto Zibetti). Solo che quando ci troviamo anche noi sull’astronave nemica, è tutto uno scimmiottamento di citazioni, di generi, di situazioni, con un po’ di perdita di tono di un film che cerca di diventare grande mascherandosi dietro le spalle larghe dei padri artistici.
 
Però è una buona prova, a tratti originale, che strappa più di una risata sincera e che anche quando ‘copia’, lo fa benissimo. Viene però anche naturale chiedersi: davvero il cinema deve per forza essere la naturale continuazione dei videomaker più ‘forti’ e talentuosi della scena? Perché questo film comunque riuscito dimostra anche che quando i The Jackal rimangono sulla Terra, sanno fare meglio, almeno per ora. Non fa niente, cresceranno. Hanno il tempo e anche il carattere giusto per farlo.