28 giorni dopo
Esposizione, contagio, epidemia, devastazione: il mondo corre verso la sua fine mentre Jim (Cillian Murphy) giace in coma in un ospedale deserto. 28 giorni dopo, al suo risveglio, trova una Londra apparentemente desolata, ma in realtà infestata da esseri non più umani, in preda al furore omicida. Insieme a un gruppo di sopravvissuti, Jim cercherà di porre fine a questo incubo...
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
28 days later
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DURATA
112 min.
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2003
Una casa di campagna, un pranzo apparentemente tranquillo, attorno alla tavola ecco un gruppo di rifugiati; all'esterno tutto è infetto e i nuovi mostri ci mettono pochissimo ad irrompere nella casa.
Il resto è una grandiosa scena di fuga che vediamo attraverso gli occhi di Robert Carlyle che ad ogni passo è inseguito da più infetti.
Comincia così 28 settimane dopo, con una sequenza che ha luogo nei giorni del primo contagio: si tratta di una delle scene più emozionanti della pellicola a cui lo stesso Danny Boyle (regista del primo capitolo, qui rimasto a bordo come produttore) ha preso parte per girarne alcune inquadrature.
Il film è il sequel di 28 giorni dopo (2002), pellicola con la quale Boyle ha riscritto il genere degli zombie movies. Occorre però fare attenzione, si tratta di infetti, persone accecate dalla rabbia, molto veloci e forti: basterà una goccia del loro sangue o della saliva per contagiare qualsiasi essere umano.
Ci ritroviamo a Londra, metropoli deserta che sta per essere riattivata da forze Nato guidate dall'esercito americano; seguiamo le storie di un padre che ritrova i suoi figli scampati al contagio, di una dottoressa che teme che la misteriosa infezione rabbica possa tornare e di un cecchino con un cuore.
Queste personaggi s'incroceranno proprio nel momento in cui l'inferno tornerà nella capitale britannica dopo un incidente di laboratorio.
Diretto dallo spagnolo Juan Carlos Fresadillo, già regista di Intacto, 28 settimane dopo non ha il respiro cult del primo episodio e, soprattutto, non è filmato in digitale che era il punto di forza della pellicola di Boyle. Ma laddove il regista di Trainspotting sperimentava con successo, Fresnadillo fa del suo meglio puntando sull'orrore puro.
L'intera vicenda si svolge in poche ore: stabilita la premessa, 28 settimane dopo corre al galoppo una sequenza dopo l'altra. Lo spessore dei personaggi rimane in superficie per dar spazio alle scene mozzafiato che il regista azzecca una per una, fino a un finale che non esclude un terzo episodio.
Voluto fortemente dal produttore (e amico di vecchia data) di Boyle, Andrew Macdonald, questo sequel riesce a sorprendere ed incutere paura nello spettatore, ma non mancano i richiami ai temi attuali.
Nel primo episodio, introducendo la parte dei militari fuori di testa, Boyle metteva in luce il lato mostruoso c'è in ognuno di noi; nel nuovo film, invece, Fresnadillo evoca la situazione in Iraq. Ci viene mostrato un ambiente in mano all'esercito USA, gente sicura di avere il controllo della situazione, ma che con il loro pugno di ferro genererà solo caos mortale.
Affidato soprattutto alle prove de i due ragazzini protagonisti, il film vanta anche la partecipazione dello scozzese Robert Carlyle, attore tra i più bravi in Gran Bretagna che si è fatto strada grazie ai suoi lavori con Ken Loach e con lo stesso Boyle.
Che siate fan del film originale o novizi della serie, 28 settimane dopo non vi deluderà, merito della passione del suo regista che ha afferrato il testimone passatogli da Danny Boyle, stringendolo forte fino alla meta.
L'appuntamento sui nostri schermi con questo horror è fissato per il 28 settembre.
Il resto è una grandiosa scena di fuga che vediamo attraverso gli occhi di Robert Carlyle che ad ogni passo è inseguito da più infetti.
Comincia così 28 settimane dopo, con una sequenza che ha luogo nei giorni del primo contagio: si tratta di una delle scene più emozionanti della pellicola a cui lo stesso Danny Boyle (regista del primo capitolo, qui rimasto a bordo come produttore) ha preso parte per girarne alcune inquadrature.
Il film è il sequel di 28 giorni dopo (2002), pellicola con la quale Boyle ha riscritto il genere degli zombie movies. Occorre però fare attenzione, si tratta di infetti, persone accecate dalla rabbia, molto veloci e forti: basterà una goccia del loro sangue o della saliva per contagiare qualsiasi essere umano.
Ci ritroviamo a Londra, metropoli deserta che sta per essere riattivata da forze Nato guidate dall'esercito americano; seguiamo le storie di un padre che ritrova i suoi figli scampati al contagio, di una dottoressa che teme che la misteriosa infezione rabbica possa tornare e di un cecchino con un cuore.
Queste personaggi s'incroceranno proprio nel momento in cui l'inferno tornerà nella capitale britannica dopo un incidente di laboratorio.
Diretto dallo spagnolo Juan Carlos Fresadillo, già regista di Intacto, 28 settimane dopo non ha il respiro cult del primo episodio e, soprattutto, non è filmato in digitale che era il punto di forza della pellicola di Boyle. Ma laddove il regista di Trainspotting sperimentava con successo, Fresnadillo fa del suo meglio puntando sull'orrore puro.
L'intera vicenda si svolge in poche ore: stabilita la premessa, 28 settimane dopo corre al galoppo una sequenza dopo l'altra. Lo spessore dei personaggi rimane in superficie per dar spazio alle scene mozzafiato che il regista azzecca una per una, fino a un finale che non esclude un terzo episodio.
Voluto fortemente dal produttore (e amico di vecchia data) di Boyle, Andrew Macdonald, questo sequel riesce a sorprendere ed incutere paura nello spettatore, ma non mancano i richiami ai temi attuali.
Nel primo episodio, introducendo la parte dei militari fuori di testa, Boyle metteva in luce il lato mostruoso c'è in ognuno di noi; nel nuovo film, invece, Fresnadillo evoca la situazione in Iraq. Ci viene mostrato un ambiente in mano all'esercito USA, gente sicura di avere il controllo della situazione, ma che con il loro pugno di ferro genererà solo caos mortale.
Affidato soprattutto alle prove de i due ragazzini protagonisti, il film vanta anche la partecipazione dello scozzese Robert Carlyle, attore tra i più bravi in Gran Bretagna che si è fatto strada grazie ai suoi lavori con Ken Loach e con lo stesso Boyle.
Che siate fan del film originale o novizi della serie, 28 settimane dopo non vi deluderà, merito della passione del suo regista che ha afferrato il testimone passatogli da Danny Boyle, stringendolo forte fino alla meta.
L'appuntamento sui nostri schermi con questo horror è fissato per il 28 settembre.