All is Lost - Tutto è perduto

All is Lost - Tutto è perduto

Un uomo sta attraversando l'Oceano Indiano in solitaria, quando il suo yacht viene colpito da un container alla deriva. Ma è solo l'inizio, perché all'orizzonte si staglia una terribile tempesta che potrebbe avere facilmente la meglio su di lui.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
All is Lost
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
DURATA
106 min.
USCITA CINEMA
06/02/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Marco Triolo

La potenza del cinema come racconto per immagini, in cui la parola arriva solo dopo e solo quando strettamente necessaria. La potenza della recitazione di un titano del cinema lasciato completamente solo per quasi due ore.

All is Lost – Tutto È perduto, opera seconda di J.C. Chandor, È tutto questo e molto di piÙ. È un’avventura primordiale, uno scontro tra uomo e natura raccontato con asciuttezza e rigore esemplari. Seguiamo Robert Redford nel ruolo di un uomo senza passato – È intuibile solo una certa ricchezza personale e il bisogno di allontanarsi da tutto e tutti – mentre viene perseguitato da una sfortuna terribile nel corso di una traversata oceanica in barca a vela. I problemi, inizialmente, sono di entitÀ non gravissima, e qui vediamo l’uomo adoperarsi in maniera esperta per risolverli. Poi, perÒ, la natura scatena la sua furia e, di fronte ad essa, l’Uomo non puÒ che tenersi saldo e incassare il colpo alla meno peggio.

Le immagini sono di una bellezza disarmante: l’infinita distesa oceanica, il cielo percorso da nubi. Le tempeste, la danza dei pesci sotto la superficie. E poi il volto di Redford, percorso da rughe che ne fanno un paesaggio a se stante, spesso ermetico, altre volte capace di emozionare con un semplice cambio di espressione. La forza del film di Chandor sta proprio nel non mollare mai il suo protagonista, nel calarlo in mezzo a una disavventura che assume presto i contorni di un thriller, di una caccia tra gatto e topo, dove il gatto sono gli elementi capricciosi. La tensione monta, per poi esplodere in un finale catartico e fortemente ambiguo, che sicuramente dividerÀ il pubblico. Ma tutto quello che viene prima È qualcosa da cui È impossibile staccare gli occhi per un secondo.