Sotto una buona stella

Sotto una buona stella

Federico Picchioni si e'separato dalla moglie quando i figli erano ancora piccoli. Nel corso degli anni, grazie ad una brillante carriera in una holding finanziaria, non ha fatto mai mancare nulla alla famiglia ma la sua totale assenza, affettiva e fisica, specialmente verso i figli, e' stata imperdonabile. L'improvvisa morte della moglie ed uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambieranno drasticamente la sua vita. Non potendo piÙ permettersi di pagare l’affitto ai figli, e' costretto ad accoglierli in casa.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Sotto una buona stella
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Filmauro
DURATA
106 min.
USCITA CINEMA
13/02/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Alessia Laudati

La ricerca dell’affettivitÀ secondo Carlo Verdone nell’ultima commedia sentimentale del regista romano. Sotto una buona stella misura la temperatura delle relazioni padre-figli, e non solo, nell’Italia contemporanea. Nei panni di un capofamiglia che perde lavoro, status quo e fidanzata, c’È l’alter ego in celluloide di Verdone, Federico Picchioni, personaggio che acquista consapevolezza sulla necessitÀ di riscoprire un ruolo paterno fondamentale nell’orientare lo spirito di una generazione confusa di prole e genitori.

Lia (Tea Falco) e NiccolÒ (Lorenzo Richelmy), portano il peso, ma anche l’ironia, di rappresentare la jeunesse dorÉe del Belpaese. Compito non leggero se i padri sono assenti, la multiculturalitÀ È fonte di enormi fraintendimenti e le figure che dovrebbero essere di riferimento urlano invece di ascoltare. Ne emerge un ritratto tenero, appassionato e corale, che indaga la paternitÀ e si allarga con curiositÀ a osservare gli adulti di domani: esseri persi in un mondo sfasciato che i piÙ grandi hanno consegnato loro, non senza una qualche responsabilitÀ conclamata.

Di impianto teatrale, lento nel ritmo ma affetto da una recitazione spesso enfatica, Sotto una buona stella È un ritratto pulito, comico e veritiero della solitudine perpetuata nella cittÀ della grande bellezza, che non cede al dramma e si illumina dello humor personalissimo dell’istrionica Paola Cortellesi. Una buona prova che ha il pregio di descrivere con comicitÀ il delicato tema della perdita e del desiderio di abbraccio con il prossimo.