
Videointervista a Quentin Tarantino: "Il mio giorno più felice sul set di The Hateful Eight"
Servizio di Pierpaolo Festa (Nexta), montaggio di Paola Schettino Nobile
The Hateful Eight, videointerviste a Quentin Tarantino, Ennio Morricone e Kurt Russell
Dura una manciata di minuti quella prima ipnotica sequenza di The Hateful Eight: la macchina da presa di Quentin Tarantino incornicia perfettamente il volto di Cristo e procede all'indietro.
Sullo schermo quel volto si rivela un crocifisso di legno, circondato da un oceano di neve, quello che più avanti nel film sarà chiamato "l'inferno bianco". Qusto piano-sequenza è stata la cosa più difficile da ottenere. Parola dello stesso regista che in occasione della première romana a Cinecittà racconta ai microfoni di Film.it: "Quella scena sui titoli di testa, ecco quello è stato il giorno più felice per me. Perché avevamo realizzato l'inquadratura più complicata".
Sullo schermo quel volto si rivela un crocifisso di legno, circondato da un oceano di neve, quello che più avanti nel film sarà chiamato "l'inferno bianco". Qusto piano-sequenza è stata la cosa più difficile da ottenere. Parola dello stesso regista che in occasione della première romana a Cinecittà racconta ai microfoni di Film.it: "Quella scena sui titoli di testa, ecco quello è stato il giorno più felice per me. Perché avevamo realizzato l'inquadratura più complicata".
Al suo ottavo film (con altri due ancora da realizzare prima del ritiro già annuciato) Tarantino non fa mistero della sua identità artistica: ama definirsi scrittore prima ancora che regista. Una dichiarazione che ci spinge a chiedergli quanto siano inviolabili le sue battute una volta arrivato sul set al lavoro con gli attori.
Possono i suoi protagonisti cambiare qualcosa? Possono improvvisare? Possono sostituire quantomeno una sola parola? Risponde il regista: "Non lascio improvvisare tanto. Non ce n'è motivo. Perché è già tutto nel copione. Certamente si può cambiare una parola se rappresenta una scelta migliore. Spesso il concetto di improvvisazione non rispecchia quel talento di cui si parla tanto.
Possono i suoi protagonisti cambiare qualcosa? Possono improvvisare? Possono sostituire quantomeno una sola parola? Risponde il regista: "Non lascio improvvisare tanto. Non ce n'è motivo. Perché è già tutto nel copione. Certamente si può cambiare una parola se rappresenta una scelta migliore. Spesso il concetto di improvvisazione non rispecchia quel talento di cui si parla tanto.
In realtà chi improvvisa spesso è un attore troppo pigro per imparare tutte le battute!".
Sul red carpet arriva Ennio Morricone che potrebbe vincere il suo primo Oscar per questo film (ad eccezione del premio alla carriera assegnatogli dall'Academy nel 2007). Viene seguito da Kurt Russell che torna al lavoro con Tarantino dopo A prova di morte. L'attore ricorda il suo lavoro nel western sin da quando era un ragazzino: "Quando ero un giovane attore di western per la TV, gli stessi a cui si ispira questo film, mi ricordo che ero troppo ragazzino per rimanere folgorato da quel genere. Poi un giorno ho visto i vostri Spaghetti Western. Avevo vent'anni, vedevo quei film di Sergio Leone e sentivo finalmente che il western mi parlava dentro. Questo film che ho fatto con Quentin - a differenza di altri che ho fatto e che magari erano più realistici - è di grande intrattenimento ed è molto più giovane degli altri western".
The Hateful Eight, in uscita il 4 febbraio, è distribuito da 01 Distribution.