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Vi presentiamo Yao Chen, l'Angelina Jolie cinese è una delle donne più potenti al mondo

Sono 80 milioni gli utenti che seguono l'attrice sui social. Film.it la incontra al Festival di Macao

14.12.2018 - Autore: Pierpaolo Festa, da Macao
Quando si parla di Yao Chen la prima espressione che viene usata in Occidente per descriverla è “la risposta cinese ad Angelina Jolie”. Come la Jolie anche la trentanovenne Chen è attrice e produttrice e come l’ex signora Pitt è operativa a tutto campo in attività umanitarie. A partire dal ruolo di ambasciatrice per la Cina alle Nazioni Unite, all'interno del quale ha cercato di dedicarsi alla causa dei rifugiati. 
 
Le due donne condividono uno status: quello di superstar, con la differenza che la celebre Angie è celebre ovunque, la Chen è invece una perfetta sconosciuta dal nostro lato del pianeta. “Essere una superstar vuol dire avere la possibilità di diventare un idolo ed essere adorati. E dato che le attrici possono diventare superstar, bisogna considerare ogni scelta creativa non individualmente ma come risultato di una grande collaborazione artistica” – afferma Chen quando Film.it la incontra alla terza edizione dell’International Film Festival and Awards di Macao, dove presenta uno dei ruoli di cui va più fiera, quello di una madre che si mette alla ricerca della figlia improvvisamente scomparsa nel dramma Lost, Found: “Più vado avanti nella vita, più i miei standard artistici diventano più alti: non voglio che le persone mi cerchino, penso che debba essere io a farlo. Ecco perché sono diventata una produttrice". 



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Ex studentessa dell’accademia di danza di Pechino, Yao Chen ha iniziato a recitare in una serie televisiva all’inizio del ventunesimo secolo. Velocemente ha virato verso il grande schermo con più di venti ruoli al suo attivo. Oggi è anche una delle persone più influenti nel mondo, uno status confermato dalla rivista Time Magazine che ha anche incluso il suo nome nel 2015 all'interno della lista dei personaggi più potenti su internet. Forbes la ha eletta per due anni di fila tra le donne di successo più importanti del pianeta, nel 2014 e nel 2015. Il suo account su Weibo, piattaforma di microblogging cinese, è seguito da 80 milioni di persone, ma la Chen torna con i piedi per terra: “80 milioni è un numero che include i fan che mi vogliono bene ma anche tanti che non mi amano. Essere seguita da milioni di persone può comportare tanta pressione. I social media sono lo strumento con cui mantengo freschi i miei ricordi: mi dedico al microblogging da ormai dieci anni e lì racconto storie vere e diverse esperienze della mia vita”.  
 
A Macao il rischio di andare "Lost in Translation" si manifesta durante la conversazione con la Chen che parla solo in cinese e viene seguita da un traduttore che sintetizza i suoi discorsi in inglese. Allora la stessa attrice rimane di poche parole, ma tutte ben dosate e in grado di stupire, come quando rivela l'identità del suo primo idolo, il personaggio che l'ha ispirata sin da bambina: “Pippi Calzelunghe, una ragazzina coraggiosa che si schierava sempre dalla parte dei più deboli. Da bambina vedevo il cartone animato cinese e volevo diventare come lei”. 
 
Dopo ventidue anni di carriera in Cina vedremo Yao Chen anche a Hollywood? Forse adesso è il momento giusto dato che il quartier generale del cinema americano si è aperto alla diversità e continua a impegnarsi sempre di più creando personaggi femminili da mettere in prima linea in film rivolti al grande pubblico: “Finalmente l’industria cinematografica sta riconoscendo il contributo che le donne possono dare alla settima arte - dichiara - Questo non succede solo nel mondo occidentale ma anche qui in Oriente, dove abbiamo tantissime attrici straordinarie, non solo sui set cinematografici ma anche sul palcoscenico”.

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Yao Chen ci tiene ad affermare che per quanto sogni di lavorare con persone come Cate Blanchett e Meryl Streep, non la vedremo presto in qualche spinoff femminile americano alla Ocean’s 8: “Lavorare a Hollywood sarebbe certamente un grande passo per la mia carriera: se ne avessi l’occasione sono certa che imparerei tantissimo su questo mestiere e sulla storia del cinema. Ma se dovessi scegliere tra fare un film a Hollywood e recitare in una produzione cinese che poi venga vista in tutto il mondo, allora non ho dubbi: scelgo la seconda opzione”. 
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