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Separati ma non troppo, la commedia francese ride sul dramma del divorzio

Gilles Lellouche e Louise Bourgoin sono separati in casa nel divertente film di Dominique Farrugia in arrivo dal 13 settembre

10.09.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Una moglie tradita. Un marito sul lastrico. Due figli nel bel mezzo della separazione dei genitori. Una separazione che non può avere luogo a causa di ragioni economiche. Ecco dunque una coppia al capolinea costretta a vivere sotto lo stesso tetto. Questa è la premessa di Separati ma non troppo dalla quale il regista francese Dominque Farrugia riesce comunque a snodare un percorso narrativo abbastanza sorprendente: la commedia.

La citazione di Woody Allen è d'obbligo: "meno male che ci sono i francesi!". E' il loro cinema al momento a dire le cose più interessanti all'interno della commedia sentimentale, con risultati più o meno efficaci ma con una forte dose di coraggio e la capacità di provocare in maniera intelligente chi sta a guardare. Il film interpretato da Gilles Lellouche e Louise Bourgoin esplora una situazione che non solo è attuale ma che si sta affermando a passi da gigante all'interno di matrimoni e convivenze: "Cinque anni fa leggevo che a Parigi il 70% delle coppie divorziate sono costrette a vivere insieme almeno per sei mesi prima di riuscire a trovare una nuova sistemazione. Ho pensato subito di farci un film" - afferma il regista quando Film.it lo raggiunge al telefono. 


 
Qualche anno fa Richard Curtis, l'autore di Love Actually e Notting Hill, ci ha confessato che nella sua mente tutte le coppie dei suoi film hanno già divorziato. Con il divorzio in piena ascesa quanto la realtà ostacola le commedie romantiche? Il pubblico ha smesso di credere nei film d'amore?
Si e no. Di certo devi sempre rinnovarti, puoi trovare nuovi punti di ingresso nelle storie. Il mio film per esempio comincia dalla fine di un rapporto. C'è ancora un pubblico forte per le commedie sentimentali in Francia. A Hollywood spopola il tema dell'oscurità nei blockbuster, ecco noi abbiamo fatto una commedia romantica molto dark. 

In effetti durante la visione di Separati ma non troppo ho pensato molto a La guerra dei Roses con Michael Douglas e Kathleen Turner.
Quel film è bellissimo. Alla fine si ammazzano! Non era di certo il finale che volevo io, però durante la lavorazione ho tenuto a mente La guerra dei Roses. Mi interessava esplorare la zona che sta tra odio e amore: la donna del film ama suo marito. E a volte lo odia. 

La guerra dei Roses era abbastanza schierato: il marito interpretato da Michael Douglas era il meno intelligente dei due protagonisti.
Anche nel mio film la donna è il personaggio più forte. E' lei a reggere tutto sulle spalle, un'intera casa. Si prende cura quasi totale dei figli anche. Il marito invece è un po' stronzo ma allo stesso tempo conquista il supporto del pubblico. Perché è un meraviglioso perdente: un uomo intelligente che non sa cosa fare della sua vita, della sua famiglia e dei suoi bambini. E poi ci sono questi due figli che durante la crisi matrimoniale dei genitori diventano improvvisamente più maturi. Di certo sono più maturi dei loro genitori. 


Abbiamo iniziato l'intervista parlando di un articolo di giornale come punto di partenza del film. Quell'articolo risale a cinque anni fa: oggi la percentuale di divorzi e di separazioni in casa sarà certamente molto più alta rispetto al 2013.
Certamente. Il divorzio sta spopolando nelle grandi città: le persone si sposano troppo presto, senza conoscersi bene. E poi d'un tratto è finita. Una coppia su tre a Parigi sceglie di divorziare. E molti non possono permettersi di farlo fino in fondo. Abbiamo organizzato un totale di diciotto anteprime del film con il pubblico: tutte le volte, alla fine della proiezione, qualcuno si avvicinava e mi ringraziava per aver tirato fuori una cosa divertente da un contesto drammatico. Ogni singola volta.

Separati ma non troppo arriva nei cinema dal 13 settembre con Europictures.