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Scarborough, l'amore proibito tra studente e insegnante esplorato nel nuovo film di Barnaby Southcombe

Il regista presenta la sua opera seconda all'International Film Festival & Awards Macao

20.12.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Sei anni fa Barnaby Southcombe esordiva come regista cinematografico con l'interessante noir I, Anna, presentato alla Berlinale. All’epoca il suo nome e il suo lavoro venivano oscurati dalla presenza un po' ingombrante della madre, Charlotte Rampling, una delle più grandi attrici viventi protagonista di quel primo film.

Southcombe, regista veterano di serie TV e produttore esecutivo del magnifico Still Life di Uberto Pasolini, torna al cinema a sei anni dal suo esordio, rinunciando questa volta alla presenza della Rampling: “All’epoca di I, Anna sentivo tanta pressione ed era legata alle mie origini. Per il mio secondo film sono andato controcorrente: ho ridotto di gran lunga il budget e lavorato con attori poco conosciuti”. Quel che però manca in termini di star-system, Southcombe lo compensa in termini narrativi, perché il suo nuovo dramma, intitolato Scarborough, esplora l’amore proibito tra studente e insegnante, declinato nel film in due relazioni clandestine. Seguiamo, infatti, due coppie all'interno di un hotel: la prima è formata da una ragazza poco più che ventenne e dal suo professore molto più grande e la seconda, invertita, è composta da un ragazzino perfino più giovane e una donna che ha superato i quaranta. Entrambe le coppie sono costrette a nascondersi. 


 
Da una parte una storia d'amore, dall'altra il tentativo di un interessante commento sociale. "Si tratta di un tema scottante ma qualcuno deve pur parlarne – dichiara Southcombe quando Film.it lo incontra all’International Film Festival & Awards di Macao, dove Scarborough ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura – Per me è molto importante focalizzarmi sul fatto che l’amore sia un concetto totalmente soggettivo e sempre bersaglio di critiche dall’esterno, specialmente se una relazione è socialmente inaccettabile”. 
 
Le relazioni mostrate nel film sono chiaramente sessuali e mostrano adulti alle prese con partner appena maggiorenni…
C'è una differenza per me tra pedofilia e relazione consensuale, ma in un rapporto tra studente e insegnante c’è una linea che non dovrebbe essere oltrepassata. Mi interessava oltrepassarla e focalizzarmi sulle emozioni di questa relazione: cosa è importante per chi è coinvolto? Come si analizza questa relazione dopo che sono passati tanti anni? Presentare due coppie alle prese con le stesse dinamiche mi ha permesso di analizzare questa tematica in due momenti diversi.

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A proposito di statistiche, quanto è alto il numero di relazioni tra studente e insegnante?
E’ un numero impreciso nel Regno Unito, perché molto spesso le scuole sono le prime a insabbiare questi scandali. Non vogliono pubblicità negativa. Ma soprattutto perché gli stessi soggetti di queste relazioni non vogliono essere visti come vittime: sono loro a nascondersi. Però posso dirti che ho parlato ancora con alcune di queste coppie, ancora unite perfino dopo vent’anni.


 
Da una parte racconti due storie d’amore, dall’altra non esiti a schierarti e lanciarti in un commento sociale…
Be’ il film non mette al rogo i protagonisti, ma inevitabilmente si schiera: alcune di queste relazioni funzionano, ma questo non vuol dire che sia una cosa accettabile. È pur sempre un plagio, un abuso della fiducia da parte dell’insegnante nei confronti dell’allievo. Questo il mio film lo dice chiaramente. 
 
Esatto, ed è interessante notare che nel film sono proprio i partner più giovani a spingere per mandare avanti la relazione. A un certo punto il ragazzo giovanissimo è perfino pronto ad assumersi la responsabilità di avere un figlio con l’insegnante quarantenne. 
A 16 anni pensi che sei in pieno controllo dei tuoi pensieri e del tuo corpo, alla fine però capisci che non è veramente così. Mi piaceva l'idea di esplorare l’esperienza di un amore proibito e quanto i giovani protagonisti si fidino totalmente del loro stesso giudizio. Una cosa temporanea. 
 
La macchina da presa si sofferma di più sulle donne: la studentessa innamorata del suo insegnante e la donna amata dal suo studente.
Raccontare la storia di una donna mi interessa di più, abbiamo già troppi riferimenti maschili nel nostro cinema. Da regista, però, voglio continuare a esplorare la fragilità degli esseri umani e raccontarli nel momento di piena consapevolezza: sanno benissimo di fare una cosa sbagliata ma non riescono a smettere. Alcuni hanno una facciata che sembra più forte di altri, ma la verità è che siamo tutti fragili alla fine. 

 
Scarborough ha da poco iniziato il suo giro ai festival internazionali ma non sappiamo se lo vedremo al cinema. Quanto, dunque, film d’autore come questo possono oggi trovare spazio su piattaforme streaming tipo Netflix? 
Non ne sarei così sicuro. L’apertura di Netflix al cinema d’autore è stata solo un riflesso iniziale: non credo lo facciano più, sono tornati invece alla roba puramente hollywoodiana o ai grandi nomi tipo Cuaron o Scorsese. Ci sono sempre meno film d'essai. Ma Netflix non è l'unico, ci sono comunque alternative interessanti come MUBI che dedica tanto spazio al cinema arthouse. 
 
Vorrei chiudere l'intervista con una domanda sulla tua infanzia. Chi è la persona più famosa che ricordi in casa tua da bambino?
Posso dirti che quando ho compiuto cinque anni ho avuto il privilegio di ricevere un regalo da due James Bond del cinema, Roger Moore e Sean Connery. 
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