Guarda l'intervista a Rupert Everett
Ci ha messo dieci anni Rupert Everett per portare la vita di Oscar Wilde al cinema. E' arrivato sugli schermi The Happy Prince, dramma che segna l'esordio dietro la macchina da presa di Everett, regista e protagonista nei panni del geniale artista irlandese.
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Il film racconta gli ultimi anni di Wilde, il periodo dell'autodistruzione, quello in cui fu processato e imprigionato in seguito alla relazione con Bosey. "Trovo questa parte della sua vita molto commovente. Tragica, ma in un certo senso romantica - afferma Everett ai microfoni di Film.it - Per me la tragedia di Oscar Wilde è che è stato lui ad autodistruggersi. E' andato lui in causa con Lord Queensberry. Tutto quello che ha fatto è stato folle. Ecco perché lo amo: abbiamo tutti quel tipo di pazzia. Per fortuna nella gran parte di noi, quel lato non si allarga. Wilde invece prosegue quel cammino autodistruttivo fino alla fine. Ed è una cosa molto toccante. Come se fosse un avvertimento. Per me è una delle storie più grandi storie mai raccontate".
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Più volte nel corso della sua carriera Everett ha dedicato tempo a Oscar Wilde, interpretandolo a teatro, accettando ruoli in film come Un marito ideale o L'importanza di chiamarsi Earnest. Abbiamo chiesto all'attore e regista se la sua è una missione: continuerà con Wilde in futuro? "Vorrei lasciare andare Oscar Wilde per un po'. Perché sento che consuma tutte le mie energie. Gli ultimi dieci anni della mia carriera sono stati veramente intensi. Ho sentito che sarei morto se non avessi fatto questo film. Non ho lavorato ad altri progetti per tanto tempo. Tutte le volte che mi offrivano un lavoro, dicevo che non potevo perché dovevo fare il mio film. E poi invece non riuscivo a farlo. Quindi diciamo che dopo cinque anni ho iniziato ad avere la sensazione che sarei morto se non avessi fatto il film. Non è proprio una bella sensazione. Ti destabilizza. Quindi è arrivato il momento di salutare un po' Oscar Wilde".
The Happy Prince è distribuito nei cinema da Vision Distribution.
