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Trash, ovvero "un Bourne Identity giovanile"

Richard Curtis, padre della commedia romantica britannica ha adattato il romanzo di Andy Mulligan: “Il mio vero scopo? Combattere per annullare la povertà entro il 2030”

27.11.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
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e adesso Trash. E' un cuore grande quello di Richard Curtis, un cuore di leone: “Non sono mai stato un ribelle. Non ho avuto la fase 'riot' con i miei genitori – racconta a colloquio con Film.it - La verità è che ho canalizzato tutta la mia rabbia e la mia energia nel cercare di raccogliere fondi nel Regno Unito. Lo faccio da più di trent'anni e non mi sono mai fermato”. E' stato proprio Curtis ad adattare il romanzo Trash di Andy Mulligan (edito da Rizzoli) e a lavorarci insieme al regista Stephen Daldry: “E' un progetto che mi sta molto a cuore - afferma il padre della commedia britannica made in Britain - Parla di giustizia e corruzione, povertà e uguaglianza. Oggi mi batto per convincere le Nazioni Unite a cancellare la povertà estrema entro il 2030. Spero che con questo film riusciremo a risvegliare molte coscienze”. 

TRASH - FILM.IT INCONTRA RICHARD CURTIS (Foto ©d'Appollonio Photography)
 
Dopo anni e anni di commedie romantiche, aveva il desiderio di scrivere un film più d'azione? 
Mi affascinava lo sforzo creativo richiesto anche solo nel pensare a una scena action. Bisogna prenderla veramente sul serio. Il mio migliore amico si chiama Paul Greengrass, il regista di due film della saga di Bourne. Ricordo di avergli detto che con Trash avrei fatto un “Bourne con ragazzini”. 
 
In passato ha scritto film profondamente radicati nella cultura britannica che comunque sono riusciti a diventare universali. Questa volta affronta una cultura nuova, quella brasiliana. Quanto è stata dura? E' stato terrificante da un punto di vista creativo approcciarsi a Trash?
Anni fa quando scrissi la mia prima sceneggiatura ho deciso di ambientarla in America. È stato difficilissimo all'epoca. Ecco perché da allora ho cambiato rotta, volendo ambientare tutti i miei film non solo nella città in cui vivo, ma addirittura nel quartiere in cui abito. Questa volta abbiamo deciso fin dall'inizio di avvicinarci il più possibile al Brasile e renderlo veritiero.
 
Dunque evitando tutti i tipi di cliché legati a quella nazione...
Esatto. Se dico che abbiamo visitato il Brasile prima di girare, magari uno pensa a un bel viaggio a Copacabana con una capirinha in mano. Noi il primo giorno abbiamo visitato una prigione. Subito dopo una delle favelas meno controllate. Poi una discarica. Non ci siamo fatti mancare nulla!

I TRE PROTAGONISTI DI TRASH (Foto ©Universal Pictures)
 
Tornando al “Bourne per ragazzini” in contrapposizione alla veridicità della storia e all'impegno sociale del film, quanto vede Trash come una favola?
Non credo che lo sia. Secondo me è un'avventura con un lieto fine. 
 
Ecco dunque la domanda che avrei voluto farle da sempre: Richard Curtis ha una forte sindrome di dipendenza sul lieto fine? 
(ride) E' la prima volta che me lo chiedono. Non la vedo come una dipendenza, piuttosto come un profondo impegno filosofico. Per me sarebbe dura scrivere un qualcosa che finisce male. Non fraintendetemi, mi piacciono i drammi. Mi piace guardarli, ma passare il mio tempo a scriverne uno e soprattutto invitarvi a guardare un dramma scritto da me, mi manderebbe in crisi.
 
In Trash racconta il mondo degradato di questi tre ragazzini. Allo stesso tempo ci viene mostrato anche il loro entusiasmo. Quanto dunque questi personaggi sono romantici?
Lo sono. Mentre scrivevo mi rendevo conto che questi personaggi somigliano ai miei tre figli. Da padre tendi sempre a guardare la vita dei tuoi ragazzi in modo romantico, nel senso più ampio del termine. Allo stesso tempo hai grandi speranze e progetti per i tuoi figli e auguri loro felicità, ottimismo e amore. Magari poi ti ritrovi a essere cinico verso gli amici, ma sempre romantico con i figli. 

RICHARD CURTIS E PIERPAOLO FESTA (foto ©d'Appollonio Photography) 
 
I suoi figli, invece, come reagiscono ai suoi film? 
I miei tre ragazzi hanno visto Trash e mi hanno detto che è il primo dei miei lavori veramente riuscito. Si vergognano degli altri...
 
Considerato che si tratta soprattutto di film d'amore, forse è una cosa legata a una certa timidezza dell'età adolescenziale...
Probabilmente. Il mio augurio è che a diciotto anni le loro fidanzate guarderanno i miei film. Oggi il più grande dei miei figli ne ha 17 e preferisce ancora i film sui supereroi...
 
Tornando a romanticismo in contrapposizione con il cinismo: recentemente Hugh Grant ha dichiarato di essere troppo vecchio per le commedie romantiche, è d'accordo?
Non saprei. L'ultimo film a cui ho lavorato è interpretato da Judi Dench e Dustin Hoffman: se uniamo le loro età avremo un totale di circa 160 anni. Quel film è una vera commedia romantica natalizia. Per quanto riguarda il mio mondo, ho sempre osservato la vita dei miei genitori come una commedia romantica. È stato bellissimo vederli insieme mentre invecchiavano, anche se alla fine è stato molto doloroso.

UNA SEQUENZA DA TRASH (foto ©Universal Pictures)
 
Da padre della commedia romantica britannica, può considerare Trash come una pellicola da primo appuntamento? 
Probabilmente sì. Forse molto di più: forse vi farà venire voglia di avere tanti bambini!
 
Trash, in uscita il 27 novembre, è distribuito dalla Universal Pictures