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Peter Greenaway sogna l'eutanasia: "A 80 anni vi saluto"

Arriva nelle sale italiane Goltzius and the Pelican Company. La parola al regista artista

Goltzius and the Pelican Company

22.01.2015 - Autore: Pierpaolo Festa
Helen Mirren una volta ha detto: "Se vuoi lavorare con Peter Greenaway devi essere pronto: probabilmente ti toccherà toglierti i vestiti, probabilmente ti ritroverai a fare sesso sul set. E certamente dovrai morire". Parola dello stesso regista che nel corso di una lunga chiacchierata con Film.it ritorna sempre a Eros e Thanatos, quelli che definisce "gli unici temi di cui vale la pena parlare".



Peter Greenaway è tornato con un altro film "olio su tela", un prodotto il cui fascino visivo è innegabile che si ami o meno il suo cinema. Goltzius and the Pelican Company arriva finalmente sugli schermi italiani dopo un percorso molto interessante che lo ha visto partire al Festival di Roma un paio di anni fa e finire per essere presentato nei teatri del nostro paese. Ora, finalmente, sono i cinema ad accoglierlo in diverse città selezionate italiane. Il film è ispirato alla vita di Hendrik Goltzius, pittore olandese del sedicesimo secolo, autore di dipinti erotici. Si torna inevitabilmente a pensare ai consigli di Helen Mirren: "Nella mia carriera ho avuto a che fare con un paio di attori puritani o timorati di Dio ultra cattolici romani che non hanno voluto seguirmi dove io volevo portarli davanti alla macchina da presa. Ho rispettato le loro scelte e li ho accompagnati fuori dal set. Ci sono stati dunque quelli che non hanno voluto lavorare con me, sono però molti di più quelli che lo hanno fatto. Quindi sono convinto di non essere così terribile...".

A Peter Greenaway invece quanto piace lavorare con gli attori?
Sono più vicino al pensiero di Hitchock: gli attori non mi piacciono per forza e a volte sono un "male necessario", dato che non si può fare un film senza di loro. Quelli più incontrollabili e ingestibili, loro sono i più affascinanti. Quando sfuggono al controllo, riescono a scatenare emozioni.

Il suo Goltzius inizialmente durava tre ore e mezza. E' stato lei in fase di montaggio a ridurlo fino a due ore. Quanto soffre a censurarsi da solo?
Fa parte di questo business. Se durassero oltre tre ore, le sale non potrebbero proiettare più di tre spettacoli. Senza dubbio è una forma di censura artistica, ma d'altra parte non sono così sciocco da andare controcorrente! Altrimenti non avrei nemmeno la chance di fare questi film.



Però inizialmente questi film sono molto corposi sin dalle sue sceneggiature...
Questo perché io scrivo tantissimo. E' una cosa che amo: quando ero uno studente ho avuto a che fare con un gruppo di colleghi belgi che sosteneva che gli script di Ingmar Bergman fossero migliori dei suoi film. Secondo loro "non avrebbe mai dovuto girarli". Io non sono d'accordo, però concordo sul fatto che scrivere è forse la parte più interessante di fare cinema. D'altra parte non mi interessa fare una pura illustrazione del testo, lo scopo è sempre lo stesso per me: aumentare la letteratura visionaria, tagliando il cordone ombelicale al legame cinema-testo. Le storie sono sempre le stesse, quello che cambia è il testo visivo. Ciononostante il fatto che tutti siate dotati di occhi non necessariamente vuol dire che siete in grado di vedere.

Lei cosa vede invece? La emoziona il cinema da spettatore?
Credo sia morto da un pezzo. A parte artisti come Almodovar o Lars Von Trier, chi è rimasto di visionario?

A settantadue anni gira un film dopo l'altro. Sarà anche al prossimo Festival di Berlino. Lei è inarrestabile...
Un film richiede nove mesi di vita: Godard faceva tre film l'anno, Fassbinder cinque. Per quanto mi riguarda credo che mi restino altri cinque o sei film, solo se lavoro sodo. Meno di dieci anni di lavoro, dopodiché credo che ricorrerò all'eutanasia quando avrò 80 anni.



Lo dice quasi contento...
Proprio così, immagino i miei nipoti nel giorno del mio compleanno: "Nonno ecco la torta. Finisci e facciamo l'iniezione!". Personalmente non credo ci sia alcun valore nel vivere dopo gli 80 anni.

Goltzius and the Pelican Company è distribuito nei cinema da Lo Scrittoio e Maremosso. Il film viene presentato in versione originale sottotitolata in italiano il 22 gennaio a Firenze e Bologna, il 23 gennaio a torino e Venezia, l'1 febbraio a Roma e il 4 a Trieste.