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Motoseghe, demoni e Hippie, Nicolas Cage vendicatore in Mandy

L'attore premiato alla carriera al Sitges Film Festival presenta il suo nuovo film e rivela: "Volevo essere James Dean"

07.10.2018 - Autore: Pierpaolo Festa, da Sitges
Nicolas Cage con il volto insanguinato. Eccolo sullo schermo pronto a farla pagare cara a chi ha osato fare del male alla sua donna: una congrega religiosa in grado di evocare un gruppo di demoni in sella a una motocicletta. Tra lui e loro c'è solo la sua collera. E una motosega che diventa l'arma principale nella resa dei conti. Così lo vediamo in Mandy, film già presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes e adesso evento della cinquantunesima edizione del Sitges Film Festival, una delle più importanti manifestazioni cinematografiche dedicate ai film horror, fantasy e thriller. 



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Il nuovo fanta-horror con Cage, diretto da Panos Cosmatos, è diverso dai vari prodotti di serie B e C che l'attore premio Oscar (vinse nel 1996 per Via da Las Vegas) interpreta da alcuni anni a questa parte. C'è un certo fascino nelle sue atmosfere, nella trama esagerata e nella componente folle e trash che per una volta elevano il prodotto. "Una delle cose più emozionanti di Mandy è che c'è anche spazio per lo humour - afferma l'attore ospite d'onore a Sitges, dove ha ricevuto il premio alla carriera - mi piacciono quei momenti divertenti. Il personaggio prova dolore, e poi improvvisamente è in grado di fare battute davanti ai suoi nemici. E' un uomo a pezzi, ma non esita a fare notare a uno dei cattivi che gli ha strappato la sua maglietta preferita" 
 
Da anni le mosse esagerate di Cage - e i suoi momenti in stile psycho - hanno dato vita a un fenomeno di battute e immagini divertenti su internet, ma l'attore non esita a sottolineare il lato positivo della cosa: "Spesso questi MEME possono incuriosire i giovani e spingerli a scoprire il mio lavoro e rivedere i miei film. In questo modo io rimango sempre una figura rilevante". Quelle stesse sfuriate che abbiamo visto fare all'attore svariate volte sono state in passato amate da registi come David Lynch o Martin Scorsese che sul set di Al di là della vita definì Cage un attore in grado di sperimentare e spingersi oltre. "Sono stato fortunato perché ho lavorato con registi che non hanno mai esitato: insieme a loro ho esplorato interessanti dinamiche dei miei personaggi". 


 
 
Per Stress da vampiro mangiò un vero scarafaggio nel corso di tre ciak. Per World Trade Center ha passato tanto tempo all'interno di un container al fine di prepararsi al ruolo del poliziotto intrappolato tra le macerie delle torri gemelle. Sul set di Via da Las Vegas Cage era veramente ubriaco. E ovviamente ha anche una storia sul modo in cui si è preparato per Mandy: "Sono stato sulla sedia a rotelle per tre mesi dopo un incidente in cui mi sono rotto la gamba. Pensavo che non sarei riuscito a fare questo film. Mi sentivo intrappolato in quelle condizioni. Quando mi sono ripreso ho messo tutta  quella rabbia al servizio del film. Quindi l'incidente mi ha aiutato molto".
 
La star collega i suoi gesti e metodi "esagerati" al momento in cui si è innamorato di questo suo lavoro: "Volevo essere come James Dean, ecco perché sono diventato un attore. Quando ci sono riuscito allora sono tornato alla mia infanzia: a quando mio padre mi mostrò per la prima volta film come Metropolis, Nosferatu o Il gabinetto del dottor Caligari. Aveva un piccolo proiettore e mi ha fatto vedere quei film sin da quando avevo sei anni. Mi hanno provocato tanti incubi e in qualche modo sono rimasti dentro di me. Quando ho iniziato a fare questo lavoro sono tornato a quelle prime emozioni: era arrivato il momento di tirarle fuori e ricrearle". 

 
Cage si presenta in Catalogna all'indomani delle accuse da parte della sua ex fiamma Vickie Park che sostiene di essere stata molestata dall'attore in preda ad "alcolismo, depressione e malattia mentale". "Ho già risposto a quelle accuse - ribatte a chi glielo chiede - Non c'è stato niente". Quando gli chiedono della famosa lotta tra lui e il fisco americano - una cosa che lo costringe a lavorare tanto e accettare i film più disparati - il festival sceglie di non tradurre in inglese la domanda formulata in spagnolo. Una cosa è certa: non aspettiamoci una frenata improvvisa nella sua carriera. A cinquantaquattro anni Cage continua a girare dai cinque ai sette film all'anno: "Voglio continuare a fare questo lavoro. In eterno". E poi aggiusta il tiro: "E ho anche intenzione di tornare a fare il regista". 
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