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Miele: Valeria Golino cerca dolcezza nella morte

L'attrice passa dietro la macchina da presa con un'opera che esplora il tema del suicidio assistito. La video intervista esclusiva

Miele - Valeria Golino

03.05.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Gli occhi di Jasmine Trinca per un istante guardano in camera, dritti verso lo spettatore mentre si inumidiscono. Stiamo partecipando a un “suicidio assistito”, uno dei tanti che la macchina da presa di Valeria Golino cattura in Miele, la sua opera prima. Un film che colpisce per la delicatezza con cui la regista affronta dolori irreversibili e soluzioni estreme, trasformando la sua protagonista in “angelo della morte”.



“Ero molto preoccupata di non riuscire a evitare tutte le trappole che questo argomento comporta – ci racconta la Golino - Non volevo essere provocatoria a tutti i costi. In qualche modo sono sempre stata in questo slalom tra l'evitare la provocazione e la delicatezza nel senso meno bello della parola”. L'attrice – che in passato aveva già diretto un cortometraggio che potete vedere qui – è affiancata da Jasmine Trinca che ci racconta come si sia messa totalmente nelle mani della sua regista.

Con la Golino discutiamo anche del contributo di Riccardo Scamarcio (suo partner nella vita e produttore di Miele), riecheggiando quello di Brad Pitt per In the Land of Blood and Honey di Angelina Jolie. “E' stato estremamente importante nella costruzione e nei finanziamenti di questo film”.

Inevitabile chiederle di Rain Man, un'esperienza che la ha aiutata a maturare come attrice: “Mi sembrava che tutto mi fosse dovuto in quel momento […] Non studiavo abbastanza, mi dimenticavo le battute, mi facevo le canne. Tutta una serie di cose che adesso non farei più”.

Potete vedere l'intervista in alto.

Miele, in uscita l'1 maggio, è distribuito da BIM. La pellicola parteciperà al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.

Per saperne di più
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