
Più del cast più o meno altisonante (tutti attori affermati, ma non superstar, una scelta dettata dall’esigenza di non avere personaggi con più carisma, ma puntare sul gruppo) è J.J. Abrams il front-man della comitiva. Per il creatore di “Lost” e “Cloverfield” (nonché regista dell’ottimo “Mission: Impossible 3”) il progetto di “Star Trek” non era, inizialmente, il sogno che aveva fin da ragazzino.“Sono un recente fan di questa saga spaziale. Quando ero più giovane non la seguivo e anche quando iniziò la fase pre-produttiva non ne ero entusiasta, ma forse solo perché non la conoscevo bene. Quando poi abbiamo iniziato a lavorarci, soprattutto quando ho preso in mano la parte esecutiva della regia, ho cominciato ad affezionarmi ai personaggi e alle atmosfere. Ero preoccupato nel lanciarmi in una storia ormai diventata icona, stabile, quasi intoccabile, ma poco a poco ho scoperto quanto fosse brillante ciò che creò Gene Roddenberry anni fa”.

Simpatico siparietto di Karl Urban che, appena presa la parola, ha voluto dimostrare alla platea la sua conoscenza del tedesco, merito di una lontana parentela germanica (il suo secondo cognome è infatti Heinz). Una vera e propria dichiarazione d’affetto rivolta al collega John Cho: “Tu sei uno stronzo John, tu puzzi. Ma ti amo”.

Lavorando a “Star Trek”, Chris Pine (che nel film è il capitano Kirk) ha “colto l’occasione per immergersi completamente nel mondo science fiction, un mondo più gradevole della realtà che viviamo tutti i giorni”. Una riflessione personale a cui ne aggiunge una storica: “Tutti i film di Star Trek sono pieni di umanità e pace, al di là degli scontri con gli altri pianeti. Nel ponte della navicella spaziale, infatti, accanto agli americani sono seduti russi e cinesi. E’ così dagli anni 60, dai tempi di guerra fredda e della diffidenza”.

Per una delle star della serie televisiva “Heroes”, Zachary Quinto (nel film è Spock): “Tutta la realizzazione è stata una bella avventura anche dal punto di vista personale. Ho infatti avuto l’onore di conoscere il primo Spock, Leonard Nimoy. Al primo incontro mi ha detto: non sai in cosa vai a metterti. Aveva ragione, il personaggio di Spock ti entra dentro, è particolarissimo. Con il tempo io e Nimoy siamo diventati amici e questo è già per me un traguardo”.

Per l’attore inglese Simon Pegg (nel film è Scotty), normalmente protagonista di commedie come “L’alba dei morti dementi” e “Hot Fuzz”: “Questo film non è stato un lavoro per me, e non solo perché non sono stato ancora pagato. Ho scoperto solo ieri che avevano fatto questo film e ho pagato una piccola somma a J.J.Abrams per inserirmi da qualche parte”

Per Eric Bana (nel film è il cattivo Nero), la partecipazione ad una pellicola di fantascienza è stata l’occasione per parlare del suo passato di comico (in Australia sono famose le imitazioni con cui cominciò la carriera): “Ho lasciato la commedia perché ero stanco di sentire la mia voce. Mi sono messo alla prova. Tutto ciò che mi manca di allora è il completo controllo, l’essere scrittore, attore e produttore dello spettacolo”.

Calarsi nel ruolo di Nyota Uhura è stato difficile per Zoe Saldana, unica presenza femminile alla premiere (manca Winona Ryder impegnata sul set di un altro film): “All’inizio non ero per niente d’accordo con l’aspetto fisico di Nyota, ma la seconda volta, quando l’ho vista assieme agli altri personaggi e alla scenografia, ho capito quanto fosse coerente con il tutto. Sul set è stato come vivere un’esperienza al di fuori del proprio corpo. Le luci, i gadget, l’idea di stare nello spazio ricreata anche da una particolare pressione dell’aria: è stato emozionante lavorare su questo set”.

L'appuntamento nelle sale col nuovo “Star Trek” è fissato per il prossimo 8 maggio.
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