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Il Babbo Natale di Tahar Rahim, bad boy dai buoni sentimenti

L'ex “profeta” nei cinema con la commedia natalizia Un amico molto speciale: “Ogni attore dovrebbe indossare quel costume una volta nella vita”

06.12.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Babbo Natale si è messo in forma. La pancia è sparita, la lunga barba è sparita. Ha guadagnato sulla pelle almeno una cinquantina d'anni di ringiovanimento. Sullo schermo lo vediamo atletico mentre si avventura tra i tetti di Parigi per svaligiare le case dei ricchi. Tante volte abbiamo visto Santa Claus come baluardo di buoni sentimenti. Altrettante lo abbiamo visto dissacrato in tutta la sua iconicità (Billy Bob Thornton docet). In Un amico molto speciale, commedia natalizia francese, questo “Père Noel” è entrambe le cose: personaggio poco raccomandabile che imparerà a diventare figura paterna per un ragazzino problematico incontrato la notte di Natale. 

Tahar Rahim e Victor Cabal, protagonisti di Un amico molto speciale
 
Sotto il costume natalizio c'è Tahar Rahim, il ragazzo che nel 2009 è stato trasformato da Jacques Audiard in uno dei volti più interessanti nel panorama cinematografico europeo. Film.it lo incontra per parlare della commedia in uscita dal 4 dicembre, un'opera che lo stesso attore definisce “insolita per il cinema francese”. Rahim infatti cita pellicole come Lo spaventapasseri e Un uomo da marciapiede “Con le dovute proporzioni!” - precisa - “Come in quei film, anche noi parliamo di due persone con sorti contrapposte che facendo un percorso insieme ne usciranno trasformati. Qui tutto avviene secondo il registro della commedia”. 
 
Mi hai nominato Lo spaventapasseri. Ed è una coincidenza strana, visto che spesso ti definiscono il giovane Al Pacino...
Ti giuro se avessi la fortuna di avere solo il 10% della carriera che ha fatto Pacino, sarei un uomo felicissimo!
 
Quanta responsabilità si prova quando si indossa il costume di Babbo Natale davanti alla macchina da presa?
Non la sentivo per quell'abito. Sentivo responsabilità per il personaggio. E' vero però che ero un po' impacciato con quel costume. Almeno inizialmente, perché la barba finta mi pungeva. Però sì direi che ogni attore prima o poi dovrebbe indossare questo costume.

Tahar Rahim a Venezia lo scorso settembre, dove ha presentato The Cut (qui la recensione)
 
Perché “dovrebbe"? Per sentirsi completo artisticamente?
Consiglio a tutti di farlo almeno una volta nel corso di una carriera. Sul set o a casa. Io provengo da una famiglia numerosa, ho quattro fratelli e quattro sorelle, ogni Natale qualcuno si vestiva da “Père Noel” e tutte la volte la mia famiglia mi dice sempre: ora tocca a te, del resto sei un attore! 
 
Hai definito Un amico molto speciale, un film “insolito per il cinema francese"... 
Non ho mai visto un film di Natale in Francia. Un film che abbia protagonista Babbo Natale e un bambino. Mi sforzo per cercarne qualcuno nei miei ricordi, ma non ne trovo. Però sì il film ha un ritmo da commedia anglosassone ma riesce a essere divertente anche nella cattiveria: mi piace tanto la durezza del mio personaggio nei confronti del ragazzino all'inizio del film. Non gli importa niente di lui, anzi è pronto a sfruttarlo senza alcuna remore. È una cosa terribile, ma allo stesso tempo terribilmente divertente. 
 
Tahar nella tua carriera ti sei specializzato nel dramma. Vorrei capire se passare alla commedia è stato un salto nel buio...
In realtà sentivo un forte bisogno di fare la commedia. Non per la mia carriera, piuttosto a livello umano: ho sempre fatto dramma, dramma e dramma... l'effetto collaterale inevitabile è quello di diventare drammatici nella vita! Volevo divertirmi e fare un film più leggero. Eppure ho scovato subito le difficoltà di questo genere. Dovevo far ridere, essere credibile e allo stesso tempo commuovere. Era la cosa più importante. La soluzione è stata pensare al respiro del film: mi sono detto questa è una commedia che vorrei vedere se fossi un bambino e se fossi anche un genitore. 

Un amico molto speciale: i protagonisti festeggiano sui tetti di Parigi
 
Si dice che prima di ottenere il ruolo in Il profeta, Jacques Audiard ti abbia fatto almeno una mezza dozzina di provini. Adesso i film te li offrono. Qual è la sfida dunque? 
Provare a essere costantemente diverso. Ho un sogno nel cassetto, avventurarmi in ogni genere cinematografico, commedia, dramma, storico, horror perfino. Se riuscirò a fare almeno un buon film per ogni genere, allora sarò veramente completo. 
 
La domanda finale è quella tradizionale: Tahar, qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Pulp Fiction. Ricordo ancora la prima volta che lo vidi: uscì in Francia praticamente in contemporanea con Il re leone, un film che amavo così tanto al punto da andarlo a vedere al cinema quattro volte. Un giorno andai per la quinta volta, ma all'ultimo minuto decisi di cambiare film. D'un tratto stavo guardando Pulp Fiction e in quel momento un nuovo mondo cinematografico si apriva davanti ai miei occhi. 
 
Un amico molto speciale è distribuito nei cinema da M2 Pictures

A seguire il trailer del film