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Gabriele Muccino sfida se stesso

A nove anni da "L'ultimo bacio", il regista torna in Italia per girare "Baciami ancora", il suo sequel personale. Lo abbiamo incontrato.

Baciami ancora -  Gabriele Muccino e il suo cast di donne

26.01.2010 - Autore: Pierpaolo Festa
Roma - Stressatissimo, così si presenta Gabriele Muccino nel giorno in cui “Baciami ancora” passa al test della stampa italiana. “Ero così anche quando ho portato in Italia ‘Sette anime’ e sono così oggi. Non cambia nulla. Uno fa tante cose nella vita, invece ci si trova sempre al punto di partenza!”. Non gli manca il senso dello humour e nemmeno la voglia di difendere a spada tratta il suo credo sia sul set che fuori.
Tante volte la stampa italiana mi cataloga alla voce ‘furbo’. La verità è che a Hollywood ‘furbo’ è sinonimo di talento”.

Gabriele Muccino sul set di Baciami ancora

Sono passati quasi dieci anni da “L’ultimo bacio”. Come mai questo bisogno di tornare ai personaggi del film?
E’ stata una sfida con me stesso. Un rischio ambizioso che ho sentito di dover correre, perché quei personaggi erano cresciuti dentro di me. Li ho sentiti come dei burattini che diventano Pinocchi e che hanno bisogno di vedere la vita e diventare in carne ed ossa. Ecco perché sono tornato a “Baciami ancora”. In dieci anni questi personaggi sono mutati. La vita li ha segnati per renderli migliori. Sono migliori di prima.

Parlaci di come hai sviluppato le dinamiche tra questi personaggi. Dei tuoi film spesso si dice che i protagonisti non fanno altro che correre e urlare…
Ne “L’ultimo bacio” mi dicevano che le donne erano tutte isteriche e gli uomini immaturi. Oggi quegli uomini pagano i loro errori e alcune delle donne hanno capito di essere state eccessive. Altre hanno intravisto di più il senso della vita. Il mio è un film al maschile, raccontato interamente dal personaggio di Stefano Accorsi. Ma di certo è anche un film che parla molto delle donne.

Gabriele Muccino sul set di Baciami ancora

Parliamo un momento del personaggio che hai dovuto ampliare di più rispetto al film originale. Quello di Pierfrancesco Favino
Il suo è un uomo con dei valori assolutamente irreali. Un uomo all’antica che ama dire di credere in valori conservatori. Ma la vita stessa lo costringe ad una revisione fondamentale e assoluta di tutti quei preconcetti e quelle formule. Grazie a lui, si può raccontare quanto poco ci conosciamo e quanto non sappiamo cosa volere. La vita ci costringe a rivedere tutto. Per quanto riguarda il lavoro con Pierfrancesco, lui mi ha davvero sorpreso. È un attore straordinario. Uno di quelli che mi piacerebbe dirigere anche in una produzione americana... script permettendo.

Quanto è stata dura trovare un rimpiazzo per Giovanna Mezzogiorno?
È stato inizialmente molto difficile sostituirla, quasi impossibile. Ma Vittoria Puccini ci ha sbalordito. E ha sbalordito anche Stefano nel momento in cui ha sostenuto un provino con lui. Non solo ha sostituito Giovanna, ma è riuscita a farla dimenticare.

Gabriele Muccino e Will Smith

Quanto è cambiato Gabriele Muccino dopo due film a Hollywood?
Ho imparato a controllarmi. “L’ultimo bacio” era un film che raccontava di nevrosi, girato con movimenti di macchina da presa molto nevrotici, movimenti che rispecchiavano me. “La ricerca della felicità”, invece, era sull’onda di “Kramer contro Kramer” e avevo nel cuore anche il nostro cinema neorealista. In quel caso mi sono nascosto per dare ai personaggi la possibilità di vivere ed esistere senza la presenza invadente del regista. L’esperienza americana mi ha permesso di esplorare percorsi nuovi. E credo che girando storie sceneggiate da altri, io sia cresciuto come regista.

“L’ultimo bacio” era stato paragonato un po’ a “Magnolia”. “Baciami ancora” è già stato accolto come un “Grande freddo” italiano. Come lo vedi questo paragone?
Già, posso riconoscere verità in questo. Forse perché il segreto dell’essere felici sta nel ritrovarsi e nel capire a fondo l’unità e la semplicità delle nostre vicinanze. Ho girato questo film con grande passione e l’ho fatto con una certa urgenza. Come nel film, penso che il nostro destino sia determinato dalle scelte che facciamo. E "Baciami ancora" parla di destini e del senso delle cose.

Gabriele Muccino insieme ai suoi attori sul set di Baciami ancora

Ci sarà una trilogia? Magari ritroveremo i personaggi a 50 o 60 anni?
Perché no? Sarei molto curioso di andare avanti con questo percorso che potrebbe raccontare molti spunti della vita. Però devo prima identificarmi in quei personaggi.

"Baciami ancora" sarà distribuito dalla Medusa Film dal 29 gennaio.

Per saperne di più
Baciami ancora: la nostra recensione
Il trailer del film
Il listino Medusa 2010
FILM E PERSONE