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Friedkin Uncut, il regista de L'esorcista si confessa insieme a Quentin Tarantino e Wes Anderson

L'italiano Francesco Zippel presenta a Venezia il documentario su uno dei più grandi autori del cinema americano

05.09.2018 - Autore: Pierpaolo Festa
Hitler e Gesù. Si apre con queste due figure, Friedkin Uncut, documentario dell’italiano Francesco Zippel che filma le confessioni del regista William Friedkin e che viene presentato nella sezione Venice Classics della 75° Mostra del Cinema di Venezia.


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Lo ripetiamo: Hitler e Gesù, le due nature umane. Il male e il bene che l'autore de L’esorcista e Il braccio violento della legge ha sempre esplorato nel suo cinema: “Hitler e Gesù e cioè opposti estremi che questo regista cerca sempre di conciliare all’interno delle storie che racconta. Due figure opposte scelte per spiegarci che ci deve essere in qualche maniera una lettura che consenta di accettare entrambe queste nature. L’aspetto provocatorio di quella scena iniziale racconta perfettamente la personalità di Friedkin” – afferma Zippel, e in effetti quella sequenza d'apertura unità al gran finale in cui il protagonista manda tutti quanti “a fare in culo” colgono perfettamente il personaggio in pochi secondi. “Lui è il re degli opposti, gira L’esorcista e pensi che sia una persona oscura e invece è un tipo che ama la vita. Un tipo veramente ironico”. 

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Sono tante le storie che si raccontano su Friedkin e sulla sua natura selvaggia, sono molte di più le storie che lui stesso racconta senza peli sulla lingua (molte delle quali sono finite nella magnifica autobiografia Il buio e la luce. La mia vita e i miei film edita in Italia da Bompiani): i Basquiat originali buttati nel cestino della spazzatura senza esitare, gli schiaffi agli attori per ottenere la loro concentrazione prima del ciak, gli spari sul set de L'esorcista e il fatto che per far cinema non bisogna frequentare alcuna scuola “basta studiare tutti i film di Hitchcock”. Per chi lo ama William Friedkin è Billy e l’unico modo di raccontarlo è “Uncut” e cioè senza alcuna censura. “Questo è un racconto senza filtri – continua Zippel - Più che andare a tirare fuori degli aneddoti che non fossero stati già raccontati, ho voluto dare a Billy la possibilità di raccontarsi nella maniera più spontanea, diretta e intima possibile. Insieme a lui sullo schermo ci sono altri venti intervistati che attraverso le loro storie contribuiscono a creare un ritratto sorprendente e polifonico di questo artista”.  


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La macchina da presa di Zippel cattura le confessioni di tecnici e autori che hanno collaborato con Friedkin ma anche grandi cineasti contemporanei che amano il lavoro del regista. “Wes Anderson ha voluto partecipare al film, lo ha chiesto lui dichiarandomi il suo amore per il cinema di Friedkin”. Quentin Tarantino invece racconta quella volta in cui la madre gli proibì di andare al cinema a vedere L’esorcista: “Tarantino vive nella casa in cui Friedkin viveva negli anni Settanta, proprio ai tempi de L’esorcista. L’ha presa come forma di tributo a Friedkin. Più che un fan è quasi uno studioso di ogni fotogramma del cinema del regista. Ha tutte le sue pellicole e nel nuovo film che sta girando – Once Upon a Time in Hollywood - a un certo punto c’è una scena in cui Brad Pitt e Leonardo DiCaprio escono da un cinema dove stanno proiettando un film di Friedkin, Quella notte inventarono lo spogliarello”. 
 
A 83 anni compiuti lo scorso 29 agosto Friedkin pensa tutt’altro che a ritirarsi: “Questo documentario è tutt'altro che un testamento - conclude Zippel - William vive nel presente, ha dei progetti molto belli su cui sta lavorando. Anzi non è venuto a Venezia perché è impegnato su questi lavori: una serie TV tratta dal suo Killer Joe e un film su Jack lo squartatore”. 

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