
“Anche per me il primo motivo che mi ha spinto a dire sì è stata la sceneggiatura – conferma poi Casey – e man mano che si aggiungevano gli altri attori sentivo che avremmo realizzato un film corale e importante. Abbiamo funzionato sia individualmente che come gruppo di attori”. Quindi non c’è stata alcuna rivalità tra di voi? “Non nel senso di competizione nel rubarsi le battute più divertenti. Piuttosto ciascuno di noi ha cercato di far ridere gli altri, tentando di elevare in ogni momento la qualità della comicità presente nel film”. Come è stato lavorare con un’icona comica come Eddie Murphy? Affleck e Broderick si guardano per un attimo, incerti su come rispondere. E’ soltanto un attimo, ma l’abbiamo percepito. Alla fine riprende la parola Casey: “E’ una persona molto riservata, sul set non porta mai la sua vita privata. Al tempo stesso però è un professionista incredibile, sa leggere il ritmo di ogni scena ed inserirvi la sua comicità senza prevaricare la prova d’attore dei suoi colleghi. Avere un attore accanto che sa assecondarti e insieme proporre il suo talento è qualcosa di appagante. Insomma, Eddie sa bene che fare cinema è arte, divertimento ma soprattutto duro lavoro”.

Torniamo allora a Matthew Broderick, newyorchese D.O.C.: come è stato girare nella sua città? “Mi ha fatto imparare molte cose su come funziona New York, sono stato in posti in cui vado molto raramente o addirittura non ero mai stato. Tra le location che mi hanno più emozionato c’è stata Roosevelt Island, posto in cui non tornavo da anni e che ha sempre un suo fascino. Io amo immensamente New York, ci sono cresciuto, ma sono anche felice di allontanarmene ogni tanto: è una metropoli che sa essere snervante, spesso è un gran casino e cambia in continuazione, non ti da punti di riferimento.” A questo punto Broderick si accorge della mia espressione inquieta, e mi affretto a dirgli che mi sono appena trasferito a New York: “No ma sta' tranquillo! – si affretta a consolarmi l’attore – Vedrai che sarà una magnifica esperienza, nessuna città come questa ti sa infondere energia e voglia di metterti alla prova!” Ecco, già meglio…

L’ultima domanda riguarda entrambi: “Tower Heist” è un film con protagonisti dei rapinatori improvvisati, un lungometraggio che parla di rivincita. E’ mai capitato loro di rubare qualcosa nella vita come ricompensa per un torto subito? “A me no, non sono mai stato abbastanza coraggioso da superare quella linea”, si affretta a dire Casey Affleck. Broderick invece ci pensa su un po’ di più: “Da bambino mi capitava di prendere qualche dollaro di nascosto dal portafogli di mio padre, oppure la merenda o le figurine del baseball ai miei compagni di scuola. Non si trattava di rivincita o altro, ero semplice un discolo. Da adulto ho imparato che il modo migliore per ripagare qualcuno che ti ha ferito è fargli perdere la fiducia in se stesso: questo è un qualcosa che spesso ho messo in pratica, e funziona ogni volta”.
“Tower Heist” sarà distribuito nelle sale italiane da Universal, a partire dal 25 novembre.