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Alla ricerca di Dory, il regista Andrew Stanton presenta il sequel Pixar più atteso

Ritornano i personaggi di Alla ricerca di Nemo pronti a farvi sorridere e naturalmente a commuovervi

16.09.2016 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Sono tredici anni quelli che separano Alla ricerca di Nemo dal suo sequel appena approdato nelle sale italiane. Un periodo di tempo lunghissimo che sullo schermo viene ridotto ad appena un anno. Tanto è passato per i personaggi di quel film di nuovo alle prese con avventure sottomarine tanto spassose e spettacolari quanto toccanti. Alla ricerca di Dory non solo è uno dei sequel più attesi dell'anno, è anche un'enorme scommessa per la Pixar che inaugura a tutti gli effetti un nuovo franchise dopo essere riuscita in maniera impeccabile a sviluppare la saga di Toy Story e quella di Cars.  

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Fare un sequel di "Nemo" era una scommessa vinta in partenza oppure ha rappresentato un nuovo rompicapo creativo in casa Pixar? Ovviamente entrambe le cose. Probailmente vince di una spanna la seconda ipotesi. Parola del regista Andrew Stanton che si fa una risata quando gli chiediamo delle due nature dei suoi personaggi: quelli che da una parte portano gioia al grande pubblico e dall'altra possono rappresentare un incubo creativo per chi lavora giorno e notte per anni e anni a progetti come questo. Quattro anni per essere precisi. 


ANDREW STANTON, REGISTA DI ALLA RICERCA DI DORY

"Dopo Dory mi piacerebbe prendere una pausa dall'animazione e tornare sul ring del live-action" - afferma il regista che in passato ha diretto il divertentissimo e sfortunato John Carter, uno dei flop più colossali della Disney. Quando Film.it lo chiama al telefono Stanton non esita per un istante a rivelarci le ragioni e le necessità di tornare al mondo di Nemo: "Questo sequel nasce dalla voglia di completare l'arco narrativo di Dory. Volevo riprendere in mano quel personaggio che sentivo incompleto alla fine del primo film".

In casa Pixar continuate ad alternare progetti originali come Inside Out a franchise come Cars, Nemo e presto Gli Incredibili 2. Nell'era in cui gli Studios sfornano un sequel dopo l'altro anche voi scendete a patti con concetti come "franchise" e "reboot"?
In realtà abbiamo sempre fatto sequel. Bisogna ricordare che il terzo film della Pixar era già un sequel: Toy Story 2. Credo che la chiave per un ottimo sequel sia quella di trattarlo come un film originale sin dall'inizio. Del resto, devi avere una storia originale se vuoi fare un buon film, no? Una volta che hai il pubblico in sala e le luci si spengono non c'è un altro lavoro precedente che può aiutare il tuo nuovo film. Deve funzionare da solo. 

C'è un momento durante la lavorazione in cui vi sentite "al sicuro" nel ritrovarvi alle prese con personaggi e dinamiche che conoscete? Quanto dura quel momento di tranquillità all'interno di anni di realizzazione? 
Più o meno tre mesi! Quello è il periodo più facile: inizi il lavoro e conosci già parte dei personaggi. E poi, improvvisamente arrivano tutti i problemi narrativi che devi risolvere senza ricorrere a soluzioni ovvie. Si tratta di un puzzle originale da comporre. E vale per ogni altro film. 

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Immagino che tutto sia sotto il più "ossessivo" controllo creativo e ben poco venga lasciato al caso o all'improvvisazione. Quando dunque si manifesta sul momento la "magia del cinema" in un film così?  
Hai proprio ragione: tutto è pianificato al millimetro, con un controllo ossessivo, ma cerchi sempre di tenere gli occhi aperti per catturare la spontaneità e la sorpresa. E questo può succedere in ogni momento: ti ritrovi a lavorare sempre fianco a fianco con artisti responsabili di determinate sezioni del film e può capitare che un disegnatore di storyboard crei una scena scegliendo un approccio diverso rispetto a quello descritto in sceneggiatura. Oppure che una sequenza venga montata in un modo alternativo rispetto a come era inizialmente pianificata. Succede sempre, ogni singolo giorno. La magia la si trova nei dettagli e nell'avere gli occhi e la mente aperti verso improvvisi cambiamenti. Il mio compito è in gran parte sentire tutte queste idee ed evitare di avere il controllo solo sulla mia visione personale. 

Una domanda sull'ambiente. Quanto l'aver studiato la vera vita nel mare ha cambiato qualcosa nella tua vita...
Non solo il mare. Lavorare a tutti i miei film mi ha cambiato, perché tutti trattano tematiche ambientali: da A Bug's Life a Wall-E, da Nemo a John Carter. Ed è una cosa che mi sorprende molto. Io non sono di certo un attivista e non faccio nemmeno politica, ma mi rendo conto che i miei film sono molto vicini alla natura, all'oceano ai boschi ed è una cosa che mi fa esaltare ogni giorno. Oggi sono diventato più attento verso l'ambiente: lo rispetto di più grazie ai film che ho fatto.

Tornando all'inizio della conversazione e a un potenziale rientro al cinema live-action a quattro anni da John Carter... quando accadrà?
Sono certo che accadrà. E' stata un'esperienza bellissima e non vedo l'ora di tornarci. Per una volta mi piacerebbe lavorare a quattro progetti in un anno e non viceversa.

Alla ricerca di Dory è attualmente nei cinema distribuito da The Walt Disney CompanyVai alla scheda per consultare le sale in cui vedere il film e l'orario del tuo spettacolo!