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Watchmen, dieci ragioni per festeggiarne i dieci anni

Marco Triolo

Watchmen, dieci anni dopo

Dieci anni fa, il 6 marzo 2009, usciva in USA Watchmen. Un film dalla lavorazione lunga e travagliata, un progetto a lungo considerato irrealizzabile anche per la densità del materiale originario. Una graphic novel, di Alan Moore e Dave Gibbons, che ha rivoluzionato il mondo del fumetto e ancora oggi è considerata tra le massime espressioni di quest'arte.

Per festeggiare i dieci anni del film di Zack Snyder, scopriamo dieci ragioni per cui ha lasciato un segno nel cinema dei supereroi e andrebbe visto e rivalutato soprattutto oggi, che ci apprestiamo a vedere una serie televisiva prodotta da HBO che farà da sequel al fumetto.

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1. L'unico adattamento possibile

Un adattamento di Watchmen era stato messo in cantiere già nel 1986, poco dopo l'uscita del fumetto DC. Alla regia, negli anni, si sono avvicendati Terry Gilliam, David Hayter e Darren Aronofsky. Per molto tempo si pensò che fosse irrealizzabile. Troppo complessa la storia, troppo lunga per poter essere sintetizzata in un film. E soprattutto gli effetti speciali richiesti non erano ancora all'altezza. Nel 2009, Zack Snyder ha dunque compiuto un mezzo miracolo: non solo è riuscito a includere praticamente tutto il fumetto (nella versione di tre ore, quella che va vista), ma ha anche azzeccato perfettamente le figure di Rorschach (Jackie Earle Haley) e Dr. Manhattan (Billy Crudup), le più difficili.

2. Vietato ai minori

Pochissimi sono i film americani di supereroi ad aver ricevuto il divieto R, “Restricted”, cioè il divieto ai minori di 17 anni non accompagnati. Quello che permette di osare con linguaggio, sesso e violenza. Necessario per non mitigare il tono adulto del fumetto. Zack Snyder vinse una sfida: far approvare alla Warner un film di supereroi di tre ore, vietato ai minori e per nulla rassicurante. Già questo è da considerare un trionfo. Anche di fronte al mezzo flop del film, che incassò 185 milioni contro un budget di 130.

3. Una riflessione sul cinema di supereroi

Nel 2009 il cosmo Marvel era appena nato, ma il cinema di supereroi moderno esisteva già da quasi dieci anni. Prima ancora erano usciti i film di Batman, saga poi finita malissimo con i due brutti film di Joel Schumacher. Snyder ebbe la brillante intuizione di fare di Watchmen il film una riflessione sul cinema di supereroi quanto Watchmen il fumetto lo era sui fumetti di supereroi. Così, il costume di Ozymandias incorporava elementi delle tute gommose di Batman & Robin (con tanto di capezzoli in bella vista), mentre quello di Nite Owl usciva dritto dai Batman di Nolan.

4. L'amore per i costumi

Parliamo ancora di costumi. Non ci si pensa spesso, ma all'epoca la Marvel aveva prodotto solo due film. La DC ancora andava dietro alle tute super-tecniche di Batman per giustificare l'esistenza dei costumi da supereroi nel mondo reale. Zack Snyder fu dunque un pioniere nell'aderire fedelmente al look dei personaggi cartacei (prima di allora solo Spider-Man lo aveva fatto, e solo per un personaggio). Quello che si vede nel fumetto è, opportunamente ritoccato, quello che vediamo nel film. È lo stesso universo, con lo stesso aspetto. Da allora, gli Studios hanno smesso di avere paura di accettare i costumi nei loro film.

5. Il cast

Se i già citati Billy Crudup e Jackie Earle Haley sono il meglio del film, anche Patrick Wilson (Nite Owl), Matthew Goode (Ozymandias) e Jeffrey Dean Morgan (il Comico) non scherzano. Anello debole la Silk Spectre di Malin Akerman (molto meglio sua madre interpretata da Carla Gugino). Non tutti gli attori sono identici alle loro controparti come i primi due e Patrick Wilson, ma ci vanno vicino. E Jeffrey Dean Morgan, ben prima di The Walking Dead, è un mattatore che si ama odiare.

6. Un fumetto come un romanzo

Graphic Novel significa romanzo grafico. Eppure c'è ancora oggi una certa disparità di trattamento tra i film tratti da romanzi letterari, che in genere seguono fedelmente un testo anche per paura di offendere i lettori, e romanzi a fumetti. Che invece sono spesso remixati. Watchmen è dunque ancora un caso più unico che raro nel cinema dei supereroi: un fumetto adattato per davvero al cinema tradotto in immagini in movimento. Snyder lo aveva fatto già tre anni prima con 300, ma in quel caso era una scelta ancora più estrema: il regista aveva preso il fumetto di Frank Miller e lo aveva usato come storyboard. Qui c'è un po' più di libertà e il risultato è decisamente più vitale.

7. Gli effetti speciali

Prima del 2009, Watchmen non si sarebbe potuto fare anche per questioni tecniche. Certa tecnologia utilizzata, come il motion capture per creare il Dr. Manhattan, era ancora relativamente giovane. Watchmen, con la sua storia ambiziosa, i set fisici mescolati al digitale e alcune scene ambientate addirittura su Marte, fu un banco di prova fondamentale per i supereroi al cinema. La prova che con il computer era possibile ormai realizzare tutto quello che la mente umana era in grado di immaginare.

8. Un mondo complesso

Watchmen è un film dettagliatissimo, in cui ogni singolo fotogramma è stracolmo di riferimenti e particolari che rimandano a un mondo più ampio. Un complesso affresco di un 1985 alternativo, in cui, grazie all'esistenza degli eroi in costume e del Dr. Manhattan, le cose sono andate molto diversamente. Gli Stati Uniti hanno vinto la guerra nel Vietnam e Nixon è diventato una specie di dittatore capace di farsi rieleggere più volte. C'è talmente tanta carne al fuoco che, ogni volta, scoprirete dettagli nuovi che non avevate mai notato prima. Vale dunque la pena di rivedere il film anche solo per questo.

9. I racconti del vascello nero

I più curiosi non potranno farsi sfuggire questo mediometraggio animato che fu realizzato in concomitanza con il film. Adatta un fumetto nel fumetto che funge da controparte allegorica della storia principale. Esiste addirittura un Ultimate Cut del film che include I racconti del vascello nero, spezzettato dentro la storia come nel fumetto. Dura 215 minuti, ma se siete veri fan lo dovete vedere.

10. Un grandissimo finale

Il finale del film Watchmen è persino migliore di quello del fumetto. Chi lo avrebbe mai detto! Non certo Alan Moore, che non ne vuole sapere nulla del film. Snyder ebbe la giusta idea di cambiare il finale per renderlo interessante anche ai lettori del fumetto. Il risultato è incredibilmente coerente con la storia e più credibile ed efficace della trovata, pur bella, di Moore e Gibbons.

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