
I dieci film più bizzarri di tutti i tempi

Pink Flamingos (1972)
Due famiglie rivali competono per il titolo di "persone più schifose del mondo", donne vengono rapite, messe incinte e i loro neonati venduti a coppie lesbiche. Il carnevale putrescente messo in scena da John Waters nel suo inimitabile cult Pink Flamingos - e imperniato sulla figura allo stesso tempo disgustosa e affascinante della drag queen Divine - è una feroce e profetica critica alla società dell'apparire a tutti i costi. Ma è anche uno dei film più difficili da guardare di sempre.
E non è l'unico. Nella nostra gallery del giorno abbiamo deciso di andare a esplorare dieci tra i più bizzarri, folli e irriverenti film mai realizzati. Seguiteci...
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Anche i nani hanno cominciato da piccoli (1970)
Una rivolta dentro un ospedale psichiatrico in un mondo popolato solo da nani. Werner Herzog ci dà dentro con la follia visionaria in Anche i nani hanno cominciato da piccoli, uno dei suoi cult assoluti. C'è di tutto: una scimmia crocifissa, polli cannibali e un'auto che gira in un circolo perpetuo. Una critica al trattamento riservato nella nostra società alle persone percepite come "diverse"? Non è dato sapere: godetevi il viaggio surreale.

La montagna sacra (1973)
Un tornado di riferimenti religiosi, immagini blasfeme e surrealismo servito a secchiate, senza sosta. La montagna sacra di Alejandro Jodorowsky è, più che un film, un'esperienza sensoriale, allo stesso tempo profondissima e senza alcun senso. Vedere per credere.

The Wicker Man (1973)
Horror? Musical? Giallo? The Wicker Man è tutto questo e nulla di tutto questo. Il film di Robin Hardy, storia di un poliziotto inviato in una remota isola della Scozia per indagare su una persona scomparsa, trascina lo spettatore in un universo pagano senza compromessi, allo stesso tempo esilarante e spaventoso. Il finale, con il trionfo di Christopher Lee accanto alla statua di paglia che brucia, è da antologia.

Tetsuo (1989)
Un uomo si trasforma lentamente, e inesplicabilmente, in una macchina. Questo è il plot di Tetsuo, capolavoro cyberpunk di Shin'ya Tsukamoto. Non c'è altro da dire, la trama non può essere che riassunta così, perché lo stile di Tsukamoto vira presto verso il collage criptico di sequenze, via via più intense e disturbanti. Non per tutti!

Gummo (1997)
La vita di un gruppo di adolescenti senza direzione in una città devastata da un tornado. Nichilismo e anarchia totale fanno di Gummo l'opera più rappresentativa di Harmony Korine, cineasta che non ci è mai andato per il sottile con le sue cupe visioni dell'America nascosta. Una serie di episodi uno più angosciante dell'altro, apparentemente slegati ma in realtà perfetti per descrivere la mancanza di prospettive dei protagonisti.

Funky Forest: The First Contact (2005)
Body horror, soap opera e visitatori alieni convivono in Funky Forest, folle opera corale giapponese (è scritta e diretta da Katsuhito Ishii, Hajime Ishimine e Shunichiro Miki) in cui per due ore e mezza non si ha la più pallida idea di quello che sta accadendo. L'unica cosa di cui vi renderete conto, vedendo questa sfilza di episodi totalmente scollegati o addirittura contrastanti, sarà il groppo allo stomaco che aumenterà via via di intensità. Un incubo drogato da cui è difficilissimo uscire.

Inland Empire - L'impero della mente (2006)
David Lynch è il gran maestro dello "strano" made in USA, ma con Inland Empire (suo ultimo film risalente ormai a undici anni fa) ha superato se stesso. Immagini girate in un digitale granuloso e fuoriuscite direttamente dai luoghi più spaventosi della mente umana. Quella più famosa include tre conigli umanoidi ritratti in scene di ordinaria vita borghese in una sorta di sit-com distorta e criptica. Tre ore di follia pura, Lynch distillato in ogni singolo, angosciante fotogramma, per esplorare il deterioramento mentale di un'attrice (Laura Dern). Terrificante.

Enter the Void (2009)
Gaspar Noé ci conduce per mano in un viaggio psichedelico dai colori saturi. Enter the Void è la storia di uno spacciatore tradito e ucciso dal suo migliore amico, che osserva le ripercussioni della sua morte seguendo i personaggi per le strade di Tokyo. Un film onirico e claustrofobico, girato in soggettiva (prima del personaggio, poi della sua anima vagante), che vi terrà incollati allo schermo pur facendovi stare male dal primo all'ultimo minuto.

Holy Motors (2012)
Con Holy Motors, Leos Carax ha realizzato un'opera che è allo stesso tempo un'allegoria della vita umana e un omaggio al cinema francese (molte e dettagliate sono le citazioni di classici, da Occhi senza volto di Georges Franju a Fino all'ultimo respiro di Godard). La "trama" segue un uomo che gira per Parigi a bordo di una Limousine, dove si trucca di volta in volta in maniera diversa (da gangster cinese, donna senzatetto, anziano morente...) per impersonare varie figure. Indipendentemente dalla conclusione dei siparietti - con la sua morte, in certi casi - l'uomo torna ogni volta alla Limousine per ricominciare da capo.