Dieci scene horror che non vorrete rivedere una seconda volta
It (1990)
Quest'anno abbiamo rivisto Pennywise spuntare da una grata all'inizio di It, a 27 anni dall'ultima volta. Eppure, l'analoga scena con Tim Curry nella miniserie del 1990 fa ancora molta paura e ha traumatizzato una generazione. Non si tratta, comunque, dell'unica scena talmente spaventosa da farci passare la voglia di rivederla una seconda volta (indice che un horror è realmente riuscito!). Scopriamo le altre...
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Cannibal Holocaust (1980)
Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato è un tour de force di efferatezze senza paragone, ma se dobbiamo trovare una singola scena difficile da rivedere è quella in cui il gruppo di protagonisti uccide una tartaruga. Insopportabile, perché autentica: il film è noto per le vere violenze sugli animali che, oggi come allora, sono insostenibili.
Shining (1980)
Pochi film assaltano i nervi come Shining di Stanley Kubrick, capace di scavare sotto la pelle con sequenze che toccano corde profondissime. Come quella in cui Jack Torrance trova una bellissima donna nuda in un bagno dell'Overlook Hotel, la bacia e poi scopre che si tratta in realtà di una visione spettrale, un'orribile strega marcescente. Kubrick ci fa quasi percepire quanto orribile debba essere quella creatura al tatto...
Misery non deve morire (1990)
Chiunque si sia rotto almeno un osso nella vita è sensibile alle scene in cui i personaggi si fratturano o si fanno fratturare ossa. La madre di tutte queste scene si trova in Misery non deve morire, capolavoro di Rob Reiner tratto da Stephen King. In essa, Annie Wilkes (la grandissima Kathy Bates) azzoppa con un martellone lo scrittore Paul Sheldon (James Caan) per impedirgli di lasciarla. E' una sequenza insopportabile e, forse, vi costringerà a mandare avanti la prossima volta che rivedrete il film.
Cabin Fever (2002)
Il debutto alla regia di Eli Roth contiene una sequenza molto più disturbante di qualunque tortura di Hostel. Quella in cui una dei protagonisti si depila le gambe nella vasca da bagno, ma finisce per radersi molto più dei peli. Il virus che ha contratto divora la carne, che dunque viene via con estrema facilità. Alla prima visione, vi stringerà lo stomato e vi farà accapponare la pelle. Vi basterà.
Saw II - La soluzione dell'enigma (2005)
Non si capisce perché, ma l'idea delle siringhe, degli aghi che penetrano la pelle, è una di quelle più difficili da gestire per il nostro cervello. Spesso, in un horror, un ago fa più impressione di un'ascia o di una motosega. Ecco perché la scena della fossa di siringhe in Saw II è qualcosa che difficilmente vi porterà a dire: "Ora me lo riguardo!".
The Descent - Discesa nelle tenebre (2005)
Uno dei migliori horror del nuovo millennio contiene un grandissimo esempio di "jump scare", ovvero i salti sulla poltrona indotti da un'apparizione o un suono improvvisi, tipici degli horror classici. In questo caso, si tratta dell'apparizione di uno dei mutanti che inseguono le protagoniste di The Descent in un sistema di grotte sotterranee. Il mutante appare all'improvviso nel campo visivo di una delle protagoniste, che sta osservando la scena con la visione notturna. Il colpo di scena è talmente intenso da spiccare all'interno di un film che, in generale, è difficile da mandare giù una seconda volta per via della sua insostenibile claustrofobia.
Martyrs (2008)
Non avete mai visto Martyrs, il capolavoro horror di Pascal Laugier? Vi toccherà vederlo da soli: trovare qualcuno disposto a riguardarlo insieme a voi, subendo ancora una volta tutte le sue intense e devastanti scene di tortura esplicita, sarà impresa impossibile.
L'evocazione - The Conjuring (2013)
Se c'è un moderno maestro dei classici "jump scares", quello è James Wan. L'evocazione - The Conjuring ne contiene uno che vi farà passare la voglia di rivedere il film. Si trova nella scena in cui Lili Taylor scende in cantina per seguire una serie di rumori che la stanno tenendo sveglia. Mentre si trova nel seminterrato, bloccata e al buio, accende una serie di fiammiferi per scoprire come uscire... e in quel momento un paio di mani battono dietro di lei, facendoci saltare per aria.
It Follows (2014)
Con pochissimi mezzi e tante idee, David Robert Mitchell è riuscito a creare uno degli ultimi horror memorabili nella storia del genere, It Follows. La scena che qui ci preme ricordare è quella in cui la "presenza" che segue la protagonista Jay entra nella stanza in cui si è rintanata approfittando della porta aperta da un'amica della ragazza. In questa scena, "It" si manifesta come un gigante senza occhi, una vera comparsa che si limita a entrare in scena dall'ombra. Pochi trucchi e l'assoluto controllo della messa in scena fanno di questa immagine una di quelle impossibili da scrollarsi di dosso.