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Walter Hill, guerriero solitario

Incontro con il grande regista americano, al Festival di Roma per presentare Bullet to the Head

Walter Hill

15.11.2012 - Autore: Marco Triolo
Leggete la nostra recensione di Bullet to the Head.

Barba bianca, look da grande e saggio “vecchio” del cinema, Walter Hill è tornato con un nuovo film a dieci anni dal precedente Undisputed. Abbiamo già recensito Bullet to the Head nel giorno della sua presentazione al Festival di Roma, per la quale è giunto nella Capitale anche Sylvester Stallone e in occasione della quale il regista ha ottenuto il Maverick Director Award. È arrivato dunque il momento di presentarvi questo breve ma interessante resoconto dell’incontro stampa con Hill tenutosi poco dopo…

Come è avvenuto il primo incontro con Sylvester Stallone e come è arrivato a dirigere il film?
Stavano già lavorando al film da circa un anno e avevano realizzato diverse stesure della sceneggiatura. Prima di me c’era già stato un altro regista che poi ha lasciato (Wayne Kramer, ndr). Stallone mi ha telefonato e mi ha mandato due o tre script. Gli ho detto che pensavo ci fossero idee valide ma anche tanta roba che non funzionava, e gli ho spiegato come secondo me si sarebbero potute rafforzare certe idee. Ci siamo trovati molto bene: lui è un vero professionista e ho cercato di esserlo anch’io, ma la ragione per cui ci siamo trovati bene è che avevamo obbiettivi molto simili su quello che doveva essere il film. Le stesse idee sulle scene d’azione, lo stesso senso dell’umorismo e l’ironia. E la volontà di rendere omaggio al cinema degli anni Settanta e Ottanta.

Walter Hill intervista Festival di Roma 2012 - Stallone e Walter Hill a Roma
Sly e Walter Hill sorridenti davanti ai fotografi.
 
Lei per anni ha tentato di dirigere un remake di The Killer, il capolavoro di John Woo in cui un poliziotto e un assassino fanno coppia per risolvere un caso. Possiamo dire che questo Bullet to the Head sia in un certo senso un risarcimento per quel film che non ha mai potuto realizzare?
È buffo, una volta la gente mi chiedeva cosa pensavo del fatto che John Woo facesse film simili ai miei, ora mi chiedono perché faccio film come quelli di Woo! Adoro John, credo sia un grande regista. È vero che ci sono delle somiglianze, ma di certo non ci pensavo mentre lo giravo. Ci siamo presi alcune libertà rispetto alla graphic novel, ma l’idea essenziale è la medesima, quindi credo che probabilmente dovreste chiedere a Matz, Alexis Nolent, l’autore del fumetto. Anche se lui sostiene di essere solo influenzato da me!

Nella sequenza della tortura a Christian Slater, Stallone dice “Qualcun altro ti avrebbe torturato molto più lentamente”. È questo un riferimento alla nuova generazione di autori e a film noir come Drive e Cogan - Killing Them Softly?
No, in realtà la scena è stata pensata solamente per illustrare la differenza tra la morale dei due protagonisti. Io credo molto nella sintesi e ritengo che a volte i film siano troppo lunghi e ripetitivi, mentre sarebbe meglio che provassero il proprio punto e andassero avanti. Mi serviva un modo drammatico per mettere a confronto i due codici di condotta e credo che il conflitto si sarebbe concluso in maniera violenta se i due non fossero stati interrotti da un agente esterno.

Walter Hill intervista Festival di Roma 2012 - Walter Hill a Roma
Walter Hill accetta il Maverick Director Award.

Per quanto riguarda i nuovi autori, non so cosa dire. Abbiamo così poco tempo a nostra disposizione e io intendo piuttosto sfruttarlo per rivedere i vecchi maestri, come ad esempio Anthony Mann. Sono sicuro che anche oggi ci siano cose valide, però sono troppo vecchio per apprezzarle forse.

John Carpenter dice spesso che tutti i suoi film sono da considerare western, una cosa che potrebbe valere anche per i suoi…
Il western è un genere molto importante, perché crea un mondo fittizio dove ciò che non è plausibile diventa credibile. Bisogna tenere presente che il West americano non era affatto come lo dipingono i film, quello è uno spazio della fantasia dove però pericolo e azione risultano credibili e reali. Una “danza” che in un western accettiamo tranquillamente, mentre è più difficile in un action, ma spero di esserci riuscito.

Bullet to the Head uscirà nelle sale americane il primo febbraio 2013. Qui ne potete vedere il trailer.

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