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Venezia: Casey Affleck racconta Joaquin Phoenix

Il fratello di Ben Affleck debutta alla regia, presentando Fuori Concorso a Venezia "I'm Still Here", documentario in cui entra totalmente nella vita e nei pensieri del cognato Joaquin

Casey Affleck

06.09.2010 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Venezia
L’aspetto di una persona destinata ad avere un look da eterno ragazzino e pochissime parole pronunciate a denti stretti: questo è Casey Affleck, arrivato al Lido per presentare “I’m Still Here: The Lost Years of Joaquin Phonenix”, pellicola che documenta l’anno in cui suo cognato Joaquin ha deciso di ritirarsi dagli schermi per dedicarsi all’hip hop. “Questo film è un ritratto simpatico di Joaquin – afferma il regista, evitando di focalizzarsi sull'aspetto bizzarro dell'ex attore che nel film vediamo anche in preda a alcool e droghe pesanti - ci eravamo messi d’accordo che avrebbe condiviso con me tutti gli aspetti della sua vita e lui mi ha accolto in questo anno e mezzo in cui ha abbandonato la recitazione e abbracciato la musica”.

Affleck arriva all’incontro stampa da solo, dichiarando: “Joaquin è a Venezia e sta cercando di dare il suo sostegno al film e, anche se è chiaro che è davvero dura per lui vederlo, sono sicuro che lo supporterà. La sua presenza in città è un segno chiaro del suo riconoscimento. Lui è una persona molto sensibile”. E il neo-regista cita i saggi consigli dell’amico Gus Van Sant: “Ho ripensato alle sue parole sul set di 'Gerry', un film che abbiamo girato nel deserto. Ricordo che anche io non avevo una chiara idea di cosa volessimo dire con quel film. Lui però mi ha detto: lasciamo che i temi vengano fuori da sé. Non ho mai pensato di raccontare una storia in questo modo e non me lo sarei mai aspettato da una persona come Gus, che ama avere il controllo di tutto. Ma le sue parole erano sagge. Ho girato ‘I’m Still Here’ in questo modo”.

A proposito del suo debutto alla regia, il fratello minore di Ben continua: “Volevo provare a fare qualcosa di diverso. Avevo già diretto piccole cose e, in questo caso, tenevo tanto alle persone coinvolte e sapevo che avrei potuto realizzare un film interessante. E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato molto. Ho adorato dirigere e ho imparato tanto su questo processo”.

Durante l’intera fase di riprese, i media e i blogger si sono scatenati sostenendo che quella di Phoenix era una mossa falsa, un imbroglio per intrattenere se stesso e mantenere l’attenzione su di lui, ma il regista smentisce qualsiasi possibilità di imbroglio: “Quello che vedete è vero. D’altra parte non voglio impormi sul parere della gente, non voglio influenzare lo spettatore. Ma la verità è che questo film non riguarda le celebrità, ma è incentrato sull’amicizia, sull’ambizione, sui sogni, sulla vita di un artista”.