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Venezia 66: Il gran giorno della Pixar

Accompagnato dai suoi colleghi Brad Bird, Pete Docter e Andrew Stanton, il papà della Pixar porta tanto colore e gioia al Lido, dove riceve il Leone d'oro alla Carriera dalle mani dell'amico George Lucas.

John Lasseter

06.09.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Venezia - Per chi conosce il papà della Pixar, la domanda è una ed una sola: “Chissà con quale camicia si presenterà John Lasseter nel suo giorno al Festival di Venezia?”. Lasseter è infatti noto per indossare camicie super colorate che richiamano i personaggi che ha creato insieme al suo team: “Ma oggi – dice Lasseter – sono venuto con una supercamicia fatta apposta per questo evento”… a quel punto si apre la giacca e vediamo su un tessuto giallino, tutti i personaggi della Pixar insieme e i loghi italiani di tutti i film. "Con i nostri film vogliamo realizzare ciò che amiamo e che allo stesso tempo riuscire ad intrattenere il pubblico – dichiara Lasseter - L’entertainment che preferisco è sempre quello di costruire qualcosa di nuovo!”.

In un periodo in cui Hollywood è colpita dalla crisi di idee, il marchio di fabbrica della Pixar è sempre stata l’originalità. Però anche voi vi aprite sempre di più ai sequel. Come mai questa scelta?
Alla Pixar siamo orgogliosi dei nostri personaggi e dei nostri film che sono sempre originali. Vi dico una cosa, mi piacciono i sequel, e adoro costruire delle storie interessanti, riprendendo i nostri personaggi. Perché li vediamo come membri della nostra famiglia. E per quanto riguarda i sequel, ci basiamo soprattutto su due matrici: “Il padrino II” e “L’impero colpisce ancora”. Lo scopo del sequel è quello di realizzare comunque un film superiore all’originale e capace allo stesso tempo di mettere in luce il primo capitolo.

E allora parliamo un po’ di “Toy Story 3”…
Siamo molto felici di “Toy Story 3”. C’è voluto tanto tempo per progettarlo e realizzarlo. Abbiamo radunato l’intero team creativo del primo e del secondo episodio per metterci al lavoro. E abbiamo lavorato tanto anche con Michael Arndt, già sceneggiatore di “Little Miss Sunshine” che ha scritto il nostro copione. 

A Venezia riceve il Leone d’Oro alla carriera. Come si sente?
Onorato! Guardavo le edizioni precedenti e notavo chi veniva premiato alla carriera e dicevo, forse Marco Muller ha scelto il tizio sbagliato! La cosa che mi fa felice è essere qui con i miei colleghi, che sono la mia famiglia.  

E a consegnarle il premio sarà proprio George Lucas…
Vorrei dire una cosa: siamo stati fortunati ad essere stati guidati da due geni come George Lucas e Steve Jobs, due dei più grandi visionari del pianeta. Nel 1979 George Lucas ha ideato un progetto che molti ritenevano folle. Quello che voleva era creare un montaggio dei film digitale, un suono digitale, un digital print e l’animazione al computer. E adesso pensate all’ultima volta che un film è stato montato manualmente…quando è successo? E quando abbiamo continuato con Steve Jobs, siamo riusciti davvero a mettere insieme un fantastico team. 

E intanto siete tra i leader nel settore della tecnologia…
Sì, lavoriamo con la tecnologia. E questo costa moltissimo. Ma più importante di cosa è chi: la tecnologia riguarda proprio le persone. E quindi ci circondiamo del miglior gruppo di gente. Alla Pixar lavorano oltre mille persone e sono tutti artisti.

Il nuovo progetto Disney/Pixar è "La principessa e il ranocchio", che segna il grande ritorno alla vecchia maniera di fare animazione. Quanto è stato difficile convincere la gente che l’animazione a mano avrebbe potuto riconquistare il grande pubblico.
Gli Studios pensavano che nessuno avrebbe più voluto guadare i film animati alla vecchia maniera. Non ha assolutamente senso. Volevamo raccontare una bella storia, questo era il nostro scopo. Ci siamo riusciti e siamo orgogliosi e ci crediamo con tutti noi stessi.

Grazie alla Pixar, l’animazione è accettata dal grande pubblico adesso...
Quello che ripetiamo sempre è che l’animazione non è un genere e siamo orgogliosi di aver fatto in modo di portarla allo stesso livello del live-action. Ci riteniamo cineasti oltre che animatori, e quello che continueremo a fare sarà raccontare storie.

Per saperne di più
Up - La recensione del film