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Recensione: Bullet to the Head

Stallone spara, picchia e fredda con le sue one liner. Walter Hill fa vedere a tutti come si fa

Bullet to the Head - Sylvester Stallone

14.11.2012 - Autore: Marco Triolo
È tornato per far vedere a tutti come si fa. Settant’anni compiuti quest’anno, dieci di assenza dalle sale durante i quali ha diretto per la TV il pilot di Deadwood e la miniserie Broken Trail, Walter Hill ha finalmente fatto il suo rientro al cinema e, per quanto non si possa paragonare a certi capolavori del passato, Bullet to the Head fila via che è un piacere.

Merito della sceneggiatura di Alessandro Camon, basata su una graphic novel di Alexis Nolent: Camon ha scritto un classicissimo buddy cop, con al centro due personalità divergenti – il killer a sangue freddo ma dal cuore caldo (Sylvester Stallone) e lo sbirro irreprensibile costretto a collaborare con lui (Sung Kang) – che tra una sparatoria e l’altra si lanciano frecciate continue ma, come da copione, imparano a rispettarsi. Niente di originale, niente di nuovo, ma scritto e confezionato con grande maestria e senso del ritmo. Diamo anche il bentornato alle one liner anni Ottanta che ultimamente latitano nel cinema action o quanto meno non sono all’altezza del glorioso passato: pericolo scampato qui, dove Sly si concede più di un’uscita di scena esilarante.

Kang e Stallone fanno una bella coppia, ma naturalmente è il vecchio leone a rubare la scena. Il suo fisico è più asciutto che mai e il viso è tornato quello di un tempo, ben prima degli steroidi di John Rambo e Rocky Balboa che lo avevano trasformato in un puffo troppo gonfio. Se tutto funziona a dovere, però, lo dobbiamo soprattutto al fatto che Hill non ha perso la mano e sa ancora come girare un film d’azione tutto d’un pezzo, novanta minuti (la durata perfetta!) di adrenalina, battute, risse e, ovviamente, pallottole. Siamo tra 48 ore e The Killer di John Woo, un film che Hill avrebbe tanto voluto rifare. Chissà che questo Bullet to the Head non sia in qualche modo un risarcimento, l’omaggio a John Woo che non era mai riuscito a realizzare. La trama, che vede l’alleanza tra un poliziotto e un killer, pare un chiaro indizio. Il titolo, simile a quello di Bullet in the Head, potrebbe essere il secondo.

Sensazioni analoghe le aveva suscitate The Ward, il ritorno di John Carpenter. Ma se in quel caso ci toccò fare i salti mortali pur di promuoverlo nonostante gli evidenti limiti, stavolta possiamo con piacere dire che Hill non ci ha per nulla deluso.

Bullet to the Head uscirà nelle sale americane il primo febbraio 2013. Qui ne potete vedere il trailer.

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