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Michele Placido: "Ve lo dico io a chi sparerei..."

Esclusivo: il regista de Il cecchino racconta le sue ansie da prestazione, le volte che ha cucinato per Daniel Auteuil e chi vorrebbe nel centro del suo mirino

Il cecchino - Michele Placido

13.11.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
“Che faccio guardo te o guardo in macchina?”. Frizzante e arzillo come sempre, Michele Placido non si smentisce sin dai primi secondi in cui Film.it lo incontra per parlare de Il cecchino in una video intervista esclusiva che vi mostreremo prossimamente. Il regista e attore continua imperterrito la sua strada noir con una pellicola girata a Parigi – presentata Fuori Concorso al Festival del Film di Roma – e interpretata da superstar francesi affiancate anche dai volti nostrani di Luca Argentero (per la prima volta nei panni di un rapinatore di banche) e Violante Placido.

Michele Placido intervista esclusiva Il cecchino

Parliamo dei paragoni tra un cecchino e un regista: tutti e due devono essere in totale controllo della situazione e guardare attraverso un obiettivo. Come è Michele Placido dietro la macchina da presa? La rilassa dirigere, oppure anche lei è colpito da ansia?
Quando hai una passione hai sempre delle angosce. I problemi si creano perché vorresti che tutto andasse per il meglio. Eppure devo dire che questa esperienza è stata molto più facile di quello che pensavo all'inizio. Sentivo un po' di pressione tutte le volte che guardavo la sceneggiatura, che è stata scritta da due giovani: non volevo assolutamente strafare, volevo restare al servizio di quel copione.

E in quanto all'avere a che fare con attori del calibro di Daniel Auteuil?

Quello è stato un fattore decisivo per il bene del film. Daniel ama molto il cinema italiano e la cucina italiana, che come sapete sono due passioni che altrettanto mi contraddistinguono. Abbiamo mangiato e cucinato molte volte a casa sua a Parigi, discutendo di cinema. Parlavamo di Melville, Sautet, e Audiard. Sono stati dialoghi molto importanti mentre preparavamo il film. Lo stesso è successo con Mathieu Kassovitz, che era un fan di Romanzo Criminale. Gli attori sono la cosa più importante, avere la loro fiducia facilita tutto: dopo qualche settimana il set diventa familiare.

Michele Placido intervista esclusiva Il cecchino

Una curiosità, se lei fosse un cecchino a chi sparerebbe?
(ride) E' troppo facile rispondere “tanti politici italiani che hanno deluso un popolo in questi anni”. Qualche colpo lo tirerei a bersagli di cartone che raffigurano la Minetti, la Carfagna, l'ex presidente della Sicilia Lombardo. Insomma tutti coloro che hanno illuso o sono stati mezzi a servizio di una certa politica corrotta.

Le capita mai di riguardare i suoi primi film da regista? Ad esempio Le amiche del cuore? Cosa prova quando li riguarda?
E' una cosa che mi manca. Forse dovrei farlo. Non ho mai rivisto un film che ho diretto, a eccezione di Un eroe borghese, dal momento che spesso ho dovuto presenziare eventi ufficiali in ricordo di Ambrosoli. Nella domanda hai citato un film che non vedo da quando ho girato. Ogni tanto incontro qualcuno che mi dice che Le amiche del cuore è il film più significativo dei primi anni della mia carriera da regista. Forse ho messo in scena, non volendo, una sorta di emozione sociale attraverso quella storia di ragazzine. E' stato un film di rottura in quegli anni. L'unico con cui forse potrei confrontarlo è quello del maestro Amelio, Il ladro di bambini. Entrambi sono arrivati sullo schermo nello stesso anno.

Il cecchino (Le guetteur) arriverà sugli schermi nella primavera 2013 distribuito da 01 Distribution
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